Senza lavoro e con quattro figli, di cui uno disabile, famiglia in difficoltà occupa casa popolare disabitata

Intimato lo sgombero, lanciano l’appello: “Abbiamo commesso un illecito ma non avevamo alternative. Se questa assegnazione non è possibile, aiutateci a trovare un’altra soluzione”

Sono consapevoli dell’illecito che hanno commesso, ma chiedono aiuto e comprensione. Per la famiglia Longo, quella di occupare un appartamento disabitato di proprietà dell’Aterp, sito in via Masciari a Catanzaro, non è stata una decisione presa a cuor leggero ma, in una situazione di precarietà economica e con 4 figli, di cui uno disabile, non hanno avuto alternative. Come è giusto che sia, il decreto di sequestro preventivo dell’immobile è già stato notificato, e se la famiglia non libererà l’appartamento in autonomia, si darà esecuzione al provvedimento di sgombero tra qualche settimana.

Immobile disabitato da un anno

Ma facciamo un passo indietro per comprendere meglio la vicenda di questa famiglia: “Per diversi anni abbiamo abitato in 6 persone in un monolocale di via Masciari – ha raccontato Stefania Sinopoli – eravamo abusivi anche lì e siamo consapevoli di essere nel torto, ma senza lavoro e con 4 bambini per noi non era possibile pagare un canone di affitto altrove, siamo stati costretti a farlo. Abbiamo deciso di trasferirci in questo altro alloggio un anno fa, perché dalla finestra della vecchia abitazione ho notato che era disabitato da oltre un anno, sapevo che la vecchia inquilina era deceduta – ha proseguito – l’immobile, rispetto al precedente, è più grande e con una bambina con una disabilità intellettiva e motoria avevamo bisogno di più spazio.” Non è stato facile trascorrere i giorni del primo lockdown in pochi metri quadri per una famiglia numerosa come quella dei Longo, non lo era già prima dell’emergenza sanitaria, poi la situazione si è complicata e con un disabile e altri tre bambini la gestione quotidiana di quei pochi metri era piuttosto critica.

Nessuna giustificazione, l’illecito c’è. Prima dell’occupazione tentate altre strade

La famiglia Longo non cerca una giustificazione, la legge parla chiaro, il sequestro preventivo di un immobile, occupato da persona che aveva già commesso una precedente occupazione, è legittimo, ma proseguendo nel racconto la signora ha voluto precisare alcune cose: “Prima di occupare questa casa siamo stati all’Aterp per cercare una strada percorribile per ottenerla legittimamente, non è stato possibile, non abbiamo potuto fare né la domanda per ottenere la casa parcheggio, né l’inserimento in graduatoria, ci siamo rivolti ai Servizi Sociali del Comune di Catanzaro ricevendo analoghe risposte – ha precisato – così per bisogno abbiamo deciso di occupare.”

L’immobile versava in condizioni pessime, la famiglia lo ha rimesso a nuovo

L’occupazione non è avvenuta dalla sera alla mattina, perché la famiglia prima di entrare nella nuova casa ha dovuto provvedere a sistemarla: “L’immobile era in condizioni pessime, non c’era il bagno, non c’erano i collegamenti delle tubature in cucina, era chiuso con un portoncino precario, insomma deprezzato come tanti altri immobili popolari della città abbandonati – ha detto – l’abbiamo messa a nuovo e siamo qui da un anno, paghiamo le bollette anche del condominio e  siamo disposti a pagare un canone d’affitto all’Aterp e anche tutti gli eventuali arretrati.”

I Longo devono gestire un figlio speciale che ha bisogno di cure, spazi, attenzioni, dalla famiglia, dalla società e dalle istituzioni: non si può restare fermi a guardare

Una casa disabitata e abbandonata, chiusa da oltre un anno, per come raccontano, in attesa di ospitare un nucleo familiare, forse, chissà quando, e intanto una famiglia, quella dei Longo, con un impellente bisogno, non dettato da un frivolo vezzo ma dalla necessità di avere un tetto sulla testa e gestire oltre ai tre figli anche un bambino speciale, che si sa, ha bisogno di cure, spazi, attenzioni, dalla famiglia prima di tutto, ma anche dalla società e dalle istituzioni che non possono restare ferme a guardare: “Aiutateci a trovare una soluzione, se questa assegnazione non è possibile almeno che qualcuno riesca a fare qualcosa per trovarne un’altra – ha detto – ma nella stessa zona, perché qui i bambini vanno a scuola e vicino casa la bambina fa terapia, non ho la possibilità di spostarmi con la macchina qualora fossi più lontana.”

Gli interrogativi e la richiesta d’aiuto

E infine la donna prosegue con una riflessione: “Ci sono tante case popolari abbandonate in città, noi abbiamo rimesso a nuovo questa casa e siamo disposti a pagare per rimanere qui. A che serve lasciare una casa chiusa quando ci sono delle persone che ne hanno bisogno e vogliono pagare? Non converrebbe anche all’Aterp consentirci di stare qui traendone un canone? Quanti danni ha subito l’Aterp negli anni? Quante case di sua proprietà disabitate ci sono in città e completamente distrutte e abbandonate? Sappiamo che è sbagliato occupare – ha concluso – ma non abbiamo un posto dove andare, aiutateci!” Una richiesta d’auto, che aldilà dello sgombero imminente, andrebbe presa in considerazione visti i tempi d’emergenze sanitaria che piegano ulteriormente le famiglie in difficoltà.