Anpit: È momento di fare fronte comune per il bene comune

Intervista al presidente dell’Associazione che promuove la rappresentanza e la tutela degli interessi di aziende industriali e del terziario con sedi dislocate su tutto il territorio nazionale

ANPIT Azienda Italia, l’Associazione che promuove la rappresentanza e la tutela degli interessi di aziende industriali e del terziario con sedi dislocate su tutto il territorio nazionale, è operativa già da diversi anni anche nel territorio calabrese. Ha avviato recentemente un forte impulso organizzativo, con lo scopo di rappresentare al meglio le proposte dell’organizzazione datoriale che, forte del sostegno di migliaia di aziende che operano in Calabria, vuole dare un contributo significativo nella direzione del miglioramento economico ed occupazionale della regione. Francesco Catanese, il Presidente Regionale dell’ANPIT Calabria, a cui abbiamo rivolto alcune domande, ci ha illustrato la vision e l’attività dell’Associazione calabrese.

Presidente Catanese, operate da otto anni in Calabria e siete presenti in tutte le provincie calabresi. In questo lasso di tempo come vi siete mossi e quali difficoltà avete incontrato?

Il compito primario di una associazione che raggruppa aziende ed imprenditori è soprattutto quello di rispondere con competenza alle varie difficoltà e richieste relative all’attività quotidiana di chi fa impresa. Noi ci siamo concentrati a fornire la massima assistenza a chi si rivolge alle nostre sedi territoriali. In questi anni abbiamo avuto la necessità anche di far conoscere le nostre caratteristiche distintive, che sono alla base della nostra organizzazione.

In cosa consiste la vostra diversità?

Principalmente nel fatto che le nostre sedi territoriali sono gestite da eccellenti professionisti ed hanno come obiettivo primario quello di creare vantaggi concreti agli associati, anche attraverso il supporto nella ricerca di misure di semplificazione degli adempimenti amministrativi, fiscali e contabili. Un altro aspetto che ci differenzia è l’impegno costante nell’attività di diffusione della cultura della contrattazione aziendale di secondo livello, per noi uno dei driver strategici per la ripresa competitiva del paese.

In concreto in relazione a questo ultimo aspetto quale supporto avete fornito alle aziende?

ANPIT ha introdotto in Italia un innovativo modello contrattuale basato su un concetto moderno di relazioni sindacali che favorisce il superamento dello storico conflitto capitale-lavoro, per valorizzare il benessere e la conciliazione vita-lavoro delle persone con l’unico obiettivo comune di sostenere realmente lo sviluppo delle imprese e la crescita dell’occupazione. Proprio in questo ambito, in collaborazione con i consulenti che seguono le aziende, abbiamo  fornito un supporto reale nella contrattazione nazionale ed aziendale, prevedendo tutte una serie di  forme d’incentivazione che, tra l’altro, hanno consentito (nel rispetto delle previsioni di legge proprie del contratto di secondo livello) di ridurre sostanzialmente il costo del lavoro, sia per il lavoratori che per le imprese.

Questa diversità è stata colta ed apprezzata?

In Calabria nel giro di pochi anni si è associato all’ANPIT qualche migliaio di aziende. Questo è un attestato significativo della bontà della nostra proposta.

Quali sono i vostri obiettivi immediati?

Avvertiamo la necessità di condividere, con interlocutori attenti, i nostri convincimenti e per questo abbiamo avviato una campagna di comunicazione che si svolgerà su vari livelli, a cominciare da un dialogo fattivo con i Sindaci dei Comuni capoluogo calabresi, assieme ai loro Assessori alle attività produttive, per proseguire con incontri tra i nostri rappresentanti provinciali ed i Presidenti delle cinque Provincie, con i rappresentanti delle Camere di Commercio ed infine il Presidente f.f. della Regione con il suo Assessore al Lavoro, Sviluppo Economico e Turismo. Con loro vogliamo parlare, tra l’altro, di infrastrutture, di innovazione, di sistema integrato dei trasporti, di welfare e del ruolo che i territori possono ricoprire in un momento come quello attuale, sconvolto dalla pandemia ma, al contempo, fortemente speranzoso circa i benefici che potrebbero produrre le risorse del P.N.R.R. e la dotazione finanziaria destinata alla nostra regione dalla nuova programmazione comunitaria 2021-2027. Il Governo Nazionale sta dando poco ascolto alle Regioni sulle priorità da inserire nel Recovery Plan ed il dibattito in Calabria su questi temi sembra essere quasi del tutto inesistente e riteniamo vada quindi incentivato. Eppure, da tutte le parti della Calabria quotidianamente si alzano appelli alla politica sui ritardi e sui guasti mai sanati che il nostro territorio sconta sul resto del Paese e dell’Eurozona. Imprese costrette a chiudere in massa già prima della pandemia e disoccupazione tra le più alte di tutta Europa, situazioni drammatiche che non possono essere sottaciute e la nostra voce, anche su questo, vogliamo farla sentire.

Secondo voi da dove bisognerebbe ripartire?

La Calabria avrebbe bisogno di un progetto complessivo di risanamento, un vero e proprio Piano Marshall calabrese. Spesso si sente ripetere che alla politica nazionale, nei fatti, non importa nulla della Calabria, sembra essere opinione diffusa che sia tempo perso investire su un territorio che non ha nessuna chance di cambiare e che qui basti far arrivare qualche briciola, magari allargando il reddito di cittadinanza. Invece la nostra è la visione di una Calabria che rifiuta l’assistenza, il sottosviluppo, che plaude alla lotta alla malavita organizzata e che attende da tempo immemorabile gli strumenti che gli consentano di affrancarsi dalla povertà e dall’emarginazione. Gli investimenti infrastrutturali, le grandi opere tipo il ponte sullo stretto ben vengano perché portano economia e lavoro, così come gli strumenti per l’innovazione e la competitività dell’apparato produttivo, uniti ad uno sgravio stabile e non ad intermittenza che consenta alle imprese di poter programmare nel tempo. Sembra sia ormai chiaro a tutti che turismo sostenibile e cultura possono rappresentare il volano principale dello sviluppo della Calabria, non dimenticando l’innovazione che è decisiva per la costruzione di una società più giusta, umana e fraterna, ma anche il grande ruolo  dell’agricoltura e delle filiere agroalimentari con le sue straordinarie tipicità ed eccellenze. Ed in più vogliamo parlare di come sostenere costantemente tutte quelle attività collegate all’economia del mare e della montagna. Di questo vogliamo parlare con la politica calabrese, con gli enti e le altre istituzioni, con le diverse organizzazioni sindacali e datoriali, con tutti i soggetti che hanno veramente a cuore il futuro della Calabria. Siamo consapevoli che è necessario il contributo di tutti. Bisogna partire dai valori ed operare secondo una prospettiva antropocentrica. Ciò esige un cambio culturale. Per questo lanciamo un appello: è momento di fare fronte comune per il bene comune! Noi ci siamo e ci stiamo impegnando personalmente e come associazione non per noi stessi, ma per dare opportunità alle giovani generazioni che meritano un futuro da progettare e vivere nella nostra meravigliosa terra.