Pontili ed interdittive, trema palazzo De Nobili. Il Pm scrive: “Probabili connivenze tra la Navylos srl e personaggi di spicco dell’amministrazione”

Dall'ordinanza firmata dal Gip, che accoglie gran parte della richiesta del Pubblico ministero, restano molti gli scenari ancora aperti sulla vicenda

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Trema Palazzo De Nobili. Pur nell’ovattata aria pre elettorale che, come di prassi edulcora un po’ tutto il resto, la vicenda dell’interdizione al dirigente Adelchi Ottaviano, che pure difeso dai suoi legali Francesco Iacopino ed Crescenzio Santuori, ritenne, all’epoca dell’interrogatorio, di aver chiarito tutto, apre scenari inquietanti, così come è descritta e motivata nell’ordinanza firmata dal Gip Pietro Carè, lo stesso che da luglio 2019,data del primo sequestro dei pontili del Porto di Catanzaro, non ha indietreggiato di un passo rispetto all’iniziale posizione.

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Quei galleggianti erano abusivi e tutte le procedure ad essi connesse meritevoli di attenzione da parte dell’autorità giudiziaria.

Ma quale è l’elemento in più che non fa dormire sonni tranquilli agli inquilini del palazzo amministrativo della città? Una frase riportata nella richiesta del Pm e accolta dal Gip. Si legge a pagina 3 dell’ordinanza che “Prima ancora che la procedura avesse inizio, veniva escusso a Sit (…omissis) il quale, nel corso dell’escussione, riferiva di probabili connivenze tra la Navylos srl e personaggi di spicco dell’amministrazione comunale di Catanzaro, volte in definitiva, a favorire il Mellea nel rinnovo dell’aggiudicazione della concessione demaniale avente ad oggetto il porto di Catanzaro Lido”.

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Sempre nell’ordinanza, a proposito della mancata aggiudicazione  della IPMS dei fratelli Morace, il Pubblico ministero rileva : “I fratelli Morace otterranno il codice Ateco indicato dal bando in data 30 ottobre 2020 solo in data successiva. In realtà- dice il Pubblico Ministero- la formulazione del bando in ordine a tale requisito pone dubbi interpretativi, poiché utilizzando  il verbo futuro (dovrà essere iscritta) sembrerebbe prevederne il possesso in una fase successiva, ossia nel momento dell’effettiva aggiudicazione e non necessariamente prima. Successivamente Ottaviano, prendeva conoscenza di una sentenza emessa dal Tar con la quale veniva statuita l’esclusione di una ditta dalla gara per irregolarità del Durc. Eppure, nella stessa circostanza, il dirigente del Comune scrive una missiva alla Navylos dandole la possibilità di sanare la posizione contributiva. Le captazioni riportate – scrive il Pm- consentono di evidenziare una notevole disparità di trattamento proprio tra la ditta dei fratelli Morace e la stessa Navylos. Ottaviano diceva: “però una formalità non può essere la vita… noi l’abbiamo escluso (La Morace) anche perché lui è uno stronzo, se tu fai lo stronzo con me io faccio lo stronzo con te”.

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