Leo, il bimbo che se ne va in un secondo che vale l’infinito. Ma un anno dopo riparte la vita

Ad un anno dalla sua scomparsa la sua famiglia organizza un evento al Parco. Leo è tornato

Un anno, 12 mesi, 365 giorni, chissà quante ore e quanti interminabili minuti. E’ passato così tanto – e così tanto poco – prima che questa penna potesse scrivere di Leo. Lui, Leo.

Le lettere per disegnare il suo nome le trovi se ti tatui la parola “Angelo” sul cuore. Ma in angelo trovi pure “gelo”, più o meno quello che ti è rimasto nel cuore da quel giorno, nel tempo. Contare il tempo non è mai servito a nessuno per trovare una spiegazione , figuriamoci per definire il dolore. Un secondo è l’infinito davanti alla tragedia, un secondo di vita colorata di morte non trova fine nemmeno nell’infinito. No, purtroppo esiste un secondo di vita che non se ne va. A volte nel nostro tempo, c’è un tempo che non scorre. C’è un tempo che si ferma…e ti ferma per sempre.

Un anno fa, Leo, 2 anni, gioca nel cortile di casa sua mentre il suo vicino di casa fa manovra con l’automobile. Nel secondo dell’infinito dolore c’è un boato, il colpo, gli occhi della madre che vivono un secondo di vita infinito che si lega alla fine di un figlio tanto atteso quanto amato. In quel secondo c’è un infinito che conosce fine ed un infinito che non finirà mai.  E il tempo scorre tra quello che è finito e quello che non può finire mai. Scorre il tempo e non scorre inchiostro perché raccontare una vita è possibile, ma alcuni istanti di vita non si può. Non ha scritto questa penna, non lo poteva fare. Perché per emozioni che valgono il senso di una esistenza non hanno inventato ancora musica e parole. Musica e parole. A volte i fogli devono rimanere bianchi e macchiarsi solo di lacrime che vengono giù. Punto. Lacrime, tante lacrime, fino a inzuppare il foglio per poi buttarlo e prenderne un altro e piangere ancora. E aspettare, bisogna piangere e aspettare. Arriverà la forza dell’angelo che scalderà il gelo e trasformerà il secondo infinito in un infinito da inseguire negli anni rimasti a braccetto del dolore. Attendere, fino all’infinito. Attendere, fino quando la tua anima finita possa ricominciare un nuovo viaggio dell’infinità in cui l’amore non passerà.

Leo non torna ed è rimasto in un secondo di vita che ne ha scosso altre dieci, cento, mille. Ma il tempo passa e l’angelo tiene una piccola fiammella che scalda quell’iceberg nel cuore, quel macigno sul petto, quel nodo in gola. E ci sarà un giorno in cui non sai rialzarti, non puoi farcela e non sai dove aggrapparti. Quel giorno in cui le urla della madre sono così forti da fare eco in un’altra dimensione. Quell’urlo che spezza le ossa del padre che vorrebbe fuggire dal tempo, nel tempo, oltre lo spazio. Lo bloccheranno i nonni e il loro silenzioso pianto nascosto nell’odore di una pelle che si sgretola.

AL PARCO CON LEO

Ma il tempo infinito trova ragione in un nuovo secondo di vita, quello di oggi. Quello di 365 giorni dopo e chissà quanti minuti interminabili. Leo ha fatto il suo, gioca ancora in un sistema solare invisibile che però si sente in questa vita di noi comuni mortali. E’ venuto giù o forse non è andato mai via, stando fermo durante i momenti di dolore, magari domandandosi “perché piangono se sto qui e sto bene”. Non lo sappiamo Leo, non c’è tempo di capirlo in questo universo. E allora ci dai un po’ del tuo, dove tutti ridono e giocano a nascondino col dolore: prova a prendervi ma non vi trova mai, angioletti così sereni da accarezzare quell’ombra di depressione che ci tocca le spalle. Oggi al parco è tornato Leo.

Così, oggi, un anno dopo, la famiglia di Leo grazie alla partecipazione del Comune di Catanzaro e all’organizzazione dell’associazione Tribunale Difesa diritti dei minori, ha organizzato una giornata in cui si sono radunati tanti bambini che hanno giocato insieme e raccontato delle bellissime storie. Perchè questa è la stagione dell’autunno, stagione in cui cadono le foglie in un secondo che finisce per terra e si rispecchia nel cielo. E quei sorrisi, quelle storie, quegli abbracci di oggi ci hanno detto che Leo è tornato. Non è più una foglia marrone ai piedi di un albero, ma è una stella luminosa di un altro universo. E noi lo vediamo ancora, è sopra di noi ed è dentro i nostri ricordi…che non durano un secondo, ma valgono l’ infinito.