Gettonopoli, Comune parte civile contro alcuni consiglieri indagati e ditte imputate. E ora spunta il danno di immagine

Oggi l'udienza a carico dei consiglieri coinvolti in Gettonopoli e delle ditte che avevano falsamente dichiarato la loro assunzione

Si terrà oggi l’udienza a carico di alcuni dei consiglieri coinvolti in Gettonopoli e delle ditte che avevano falsamente dichiarato la loro assunzione secondo le accuse mosse dalla Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta Gettonopoli (Tommaso Brutto, Andrea Amendola, Enrico Consolante e Sergio Costanzo). Ed il Comune di Catanzaro ci sarà e sarà parte civile.

A ribadire una decisione già assunta in occasione della prima udienza la giunta comunale che ha approvato al delibera in cui si legge : ”  le ditte presso le quali i Consiglieri Comunali hanno dichiarato di avere svolto le prestazioni lavorative sono civilmente corresponsabili per i danni causati a questa Amministrazione al pari dei rispettivi amministratori e dei Consiglieri indagati con la conseguenza che le domande proposte dal Comune di Catanzaro contro gli stessi devono essere estese alle sopracitate ditte”

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Il danno all’immagine

Ma non basta, il Comune parla anche di danno all’immagine scrivendo : ” il danno all’immagine, la cui richiesta è già stata approvata con la predetta deliberazione, può essere quantificato nella misura pari al doppio dell’utilità conseguita a seguito delle condotte criminose poste in essere, giusto orientamento giurisprudenziale della Corte dei Conti (ex multis Corte dei Conti Veneto,, Sez. Giurisd., 27 febbraio 2017, n. 28).  Ritenuta pertanto l’opportunità di chiamare in causa le ditte “V. S. C. P. O.”, “A.B. C. s.r.l.”, “A.B. I. s.r.l.” e “L. N. s.r.l.s.”, in persona dei rispettivi legali rappresentanti p.t., quali soggetti civilmente responsabili. Ritenuta altresì l’opportunità di quantificare il danno non patrimoniale nella misura pari al doppio per ogni voce di danno, per ciascun imputato, della somma illecitamente percepita (Corte dei Conti Veneto n. 28/2017)”

La decisione dei giorni scorsi del Gip di non accettare le richieste di archiviazione per tenuità del fatto per gli altri indagati e la richiesta al Pm di formulare i capi di accusa, complica la situazione anche dal punto di vista della posizione dell’esecutivo.

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Infatti, senza la pretesa di anticipare eventuali decisioni dell’Autorità Giudiziaria, è evidente che la giunta non potrà utilizzare due pesi e due misure soprattutto in fatto di “danno di immagine” e a quel punto la questione sarà inevitabilmente anche politica.