Due anni senza Sergio, campione di vita e di sport: oggi la sede dell”associazione Sergio Mirante’

La sede lì dove svolgeva la professione di architetto. 'Amiamoci' il motto dell'associazione nata 18 mesi fa. 'Sergio vive nell'affetto di chi lo ha conosciuto'

Due anni sono passati da quel 29 ottobre, giorno in cui Patrizio e Mariateresa perdevano il loro amato figlio Sergio.

associazione sergio mirante

Una malattia vile, rapida, insidiosa se l’è portato via in brevissimo tempo ad appena trent’anni.

Il 29 ottobre 2019 la famiglia Mirante, gli amici, la fidanzata, perdevano il loro campione, di vita e di sport, ciò nondimeno tutta la comunità selliese perdeva un caro ragazzo, una persona impegnata nel sociale, un giovane uomo buono che chiunque ha imparato ad amare.

Ed è lo stesso amore che Sergio ha trasmesso e lasciato in eredità a qualche persona abbia incrociato il suo cammino che questo pomeriggio ha fatto sì che, in via Cosenza, in località Calabricata a Sellia Marina venisse inaugurata le sede della consorteria che porta il suo nome: Associazione Sergio Mirante.

E non è un caso se proprio quello che una volta era lo studio in cui Sergio svolgeva la professione di architetto, oggi è il luogo in cui si terrà l’attività della “sua” Associazione: è lì che ha trascorso parte della sua vita, ha lavorato, si è impegnato, ha mostrato il suo valore. In un certo senso è da lì che continuerà a farlo.

“Amiamoci” è il motto del sodalizio in virtù del quale, diciotto mesi fa, si è costituita l’associazione che da quel momento non si è mai fermata; tantissime le attività solidali, gli eventi sportivi e le collaborazioni poste in essere e tante ancora ce ne saranno, come ha testimoniato la presenza, tra le altre importanti all’inaugurazione, di una delegazione di dirigenti dell’US Catanzaro 1929 e come ha ricordato il padre di Sergio, Patrizio, nel suo intervento prima del taglio del nastro.

Toccante è stata la dichiarazione di Valeria, una ragazza disabile che il campione di nuoto ha avuto come allieva in piscina: «Sergio non vedeva la mia disabilità, Sergio vedeva Valeria. Le mie vittorie, le mie medaglie, tutto ciò che oggi sono ed ho guadagnato e anche merito suo.

Lo porterò per sempre nel mio cuore. Perché non è vero che Sergio se n’è andato, lui è tra di noi, vive dell’affetto di chi lo ha conosciuto». E allora Sergio non morrà mai.