Gli assist alla ‘ndrangheta al Nord nel libro di Gratteri e Nicaso

Incontro al teatro Manzoni di Roma per la presentazione del libro "Complici e colpevoli"

Un libro che approfondisce le strategie che da decenni le mafie mettono in campo per infiltrarsi in maniera sempre più capillare nel tessuto socio-economico delle regioni del nord, in cui si sono presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi a basso costo al mondo imprenditoriale.

Generico dicembre 2021

Nel loro ultimo saggio, “Complici e colpevoli”, presentato a Roma nel corso di un incontro al teatro Manzoni, il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e il giornalista Antonio Nicaso hanno evidenziato come il fenomeno mafioso al Nord non si possa più ignorare nella sua pervasività.

E a testimoniare una maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto alla presenza mafiosa nelle realtà settentrionali è la partecipazione agli incontri tenuti in questi giorni per la presentazione del libro, ben più numerosa rispetto a quella riscontrata in passato.
“Oggi vediamo molta più gente rispetto agli anni scorsi – ha ammesso Gratteri – siamo stati in paesi ad alta densità mafiosa dell’hinterland milanese, ho ricevuto la cittadinanza onoraria in quattro comuni. La gente ha voglia di capire, di sapere, e vuole essere liberata dalla mafie”.

In passato il tema della presenza delle mafie nelle città del Nord era affrontato con particolare fastidio, e considerato penalizzante per l’immagine dei territori.

Le mafie, secondo gli autori, non si sono comportate come virus che hanno infettato territori sani, come si è sempre preferito credere, ma hanno goduto di una lunga e colpevole sottovalutazione.

“Noi abbiamo avvertito la necessità di dimostrare l’infondatezza della metafora del contagio nato con il soggiorno obbligato degli appartenenti alle cosche”, ha spiegato Nicaso. “La ‘ndrangheta – ha aggiunto – è arrivata con l’edilizia, e la sua penetrazione è stata favorita da imprenditori e politici che hanno agito secondo logiche di convenienza.

Ma anche da persone che hanno fatto finta di non vedere, che hanno sottovalutato il fenomeno, che lo hanno legittimato con il proprio silenzio, con l’inazione, per interessi di marketing territoriale. La ‘ndrangheta al Nord ha avuto tanti assist”.

“C’è stata sempre la negazione della presenza della ‘ndrangheta anche dagli addetti ai lavori – ha spiegato Gratteri -. Oggi ci sono stati i processi, le indagini, ed è possibile dimostrare anche sul piano giudiziario quanto la sia radicata e forte nel territorio italiano, in particolare in Lombardia, in Piemonte, in Valle d’Aosta, in Veneto, in Emilia Romagna, anche in Liguria”.

La consapevolezza del fenomeno non è però sufficiente secondo Nicaso, perché “poi questa rabbia non si traduce in progetto politico. Si parla sempre meno di ‘ndrangheta, non è prioritaria nelle agende politiche.

Bisogna quindi non abbassare la guardia e insistere, perché la consapevolezza si deve tradurre in concretezza per mettere fine a questa lunga convivenza con le mafie che dura da oltre 150 anni”.

Anche per Gratteri la lotta alle mafie non è nell’agenda della politica, né della grande informazione: “Da mesi non sento un politico parlare di lotta alla mafia.

Nei tg sento parlare solo di covid, di gossip, si parla pochi minuti di politica e della nomina del nuovo presidente della Repubblica, ma non di contrasto alla ‘ndrangheta”. Ancora stoccate dal magistrato contro la riforma Cartabia: “L’improcedibilità non era una priorità per intervenire sula durata dei processi come richiesto dall’Europa.

L’improcedibilità vuol dire non celebrare i processi, non velocizzare la giustizia”. Servirebbero piuttosto “tante modifiche normative in contemporanea, per armonizzare i codici penale e di procedura penale e l’ordinamento penitenziario”.

Bisogna tenere alta la guardia, secondo Gratteri, anche alla luce dei milioni di euro che arriveranno dall’Europa e su cui le mafie puntano a mettere le mani.

Rispondendo alle domande della giornalista Paola Bottero, che ha moderato l’incontro, Gratteri ha quindi risposto alle domande commentato la crisi di fiducia dai cittadini nella magistratura, anche alla luce dei recenti scandali, difendendo la stragrande maggioranza di magistrati che lavora sodo e con serietà.

Gratteri ha testimoniato che “tantissime persone credono nella giustizia, denunciano e chiedono di parlare con me. E vale la pena credere, perché a Catanzaro si sta portando avanti un grande lavoro grazie ad una squadra di magistrati capaci e volenterosi e ad una polizia giudiziaria di primissimo livello”.

E commentando la sua domanda per l’incarico di Procuratore nazionale antimafia, Gratteri ha ribadito di essere “il felice procuratore di Catanzaro”, e che anche se dovesse andare via, l’intenso lavoro condotto fino ad oggi porterà frutti “per i prossimi cinque anni”.