Carcere al collasso, protesta della Polizia Penitenziaria: “Subiamo continue aggressioni, siamo esasperati” 

I sindacati lamentano la carenza di personale rispetto al numero dei detenuti. In esubero anche i detenuti con disagio psichico privi di assistenza adeguata e che provocano disordini e rivolte, come accaduto domenica scorsa

Turni di lavoro massacranti, disagio e paura. La carenza di personale all’interno della Casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro sta generando numerose difficoltà agli agenti della Polizia Penitenziaria che, ormai da tempo, subiscono gli effetti di una carente copertura organica all’interno del carcere, rispetto al numero dei detenuti. Così come spiegato questa mattina dai sindacati di categoria, in protesta davanti all’ingresso della Casa circondariale, “a fronte di 650 detenuti presenti, gli agenti sono solo 340, quando invece dovrebbero essere almeno 470, quindi vi è una carenza di 130 unità”. “In più – spiegano i sindacati – a complicare maggiormente la situazione, vi è un esubero di detenuti con disagio psichico e, al contempo, una carenza di medici e psichiatri che possano seguirli”. Tra i rappresentanti sindacali, presenti il segretario regionale Uilpa Penitenziari, Salvatore Paradiso; il segretario provinciale Sappe, Francesco Gallo; il segretario regionale del SiNNAPPe, Roberto Magro e Walter Campagna, segretario regionale aggiunto USPP.

Generico febbraio 2022

“Disimpegno totale a tutti i livelli: il carcere è al collasso”

 “In quest’ultimo periodo – ha spiegato il segretario regionale Uilpa Penitenziari, Salvatore Paradiso – abbiamo registrato diverse aggressioni nei confronti dei colleghi che sono stati colpiti con bastoni, sedie, lamette, ma nessuno dei detenuti è stato spostato. Manca una figura al vertice regionale che prenda in mano la situazione. Abbiamo toccando il fondo. Siamo al collasso. Abbiamo manifestato il nostro disagio a tutti i livelli, ma abbiamo solo potuto constatare un disimpegno totale da parte di tutti”. 

Carenza di medici: “Nonostante un bando, nessuno vuole lavorare in questo carcere”

All’interno del carcere, come spiegato da Paradiso, sono presenti circa 80 detenuti con disagio psichico, quando, invece, il numero limite dovrebbe essere di 8 o al massimo 10 detenuti con queste patologie. “Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari – ha affermato Paradiso – sono state realizzate, all’interno di alcuni istituti, delle sezioni di articolazioni di salute mentale, ma i detenuti che vi possono accedere sono in esubero e quindi non possono essere seguiti, non solo perché non ci sono le figure degli psichiatri, ma anche perché i medici sono pochi e nonostante sia stato fatto un bando, nessuno vuole venire perché è diventato un luogo dove le regole e la civiltà stanno scomparendo”.

 Appello alla Ministra Cartabia: “Venga a vedere come lavoriamo”

A rivolgere un appello alla Ministra Cartabia è stato Roberto Magro, segretario regionale del SiNNAPPe: “Vorremmo che venisse qui a vedere come si lavora nei reparti detentivi – ha detto Magro – e ci dica, insieme ai vertici, come dobbiamo lavorare, in quali condizioni. Siamo preoccupati perché riceviamo continue aggressioni. Veniamo a lavorare e non sappiamo come torneremo a casa dai nostri figli: con graffi, sfregiati, con la faccia gonfia o bruciati dalla bomboletta di gas”.