Rinvio a giudizio per frode processuale, D’Ippolito: “Reato non c’è”

Il suo legale Gulisano precisa: "Il deposito del file audio non ha tratto in inganno il giudice che non ne ha tenuto conto ai fini della sentenza"

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Tranquilli, non ho occultato né taroccato alcunché, come riconosciuto dal pm, che per me aveva chiesto il non luogo a procedere. Il Gip mi ha invece mandato a processo e lì vincerò al 1000 per 1000″. Lo scrive su Facebook il deputato calabrese del M5S Giuseppe D’Ippolito, rinviato a giudizio dal Gip di Lamezia Terme per frode processuale, reato che sarebbe stato commesso nel corso di un’udienza in un diverso processo penale nell’ambito del quale D’Ippolito è stato condannato per aver diffamato l’ex senatore Pietro Aiello. “Dovevo raccontarvelo – scrive D’Ippolito -, perché ieri ha fatto scalpore la notizia, piuttosto sospinta dal legale del querelante, del mio rinvio a giudizio per frode processuale. Nel mio caso il reato non esiste proprio e non è nemmeno previsto dal codice penale”.

“La storia è questa – spiega il deputato -, io e l’ex senatore Piero Aiello, che anni fa mi aveva querelato per diffamazione, avevamo portato al giudice due diverse registrazioni di una conferenza stampa in cui vi erano le mie dichiarazioni oggetto della querela. L’avvocato di Aiello sostiene che io abbia taroccato la mia registrazione, che in realtà è un semplice pezzo della conferenza e non l’integrale”. “Questo è tutto – conclude -, ma l’avvocato di Aiello ha avuto fretta di informare i giornali, preferendo tanto la pubblicità personale e molto meno la deontologia. Quando sarò assolto gli sorriderò e gli ricorderò un titolo di Shakespeare, ‘Molto rumore per nulla”.

Il legale Nel prossimo dibattimento in Tribunale avro’ sicuramente modo di far valere le ragioni del mio assistito che tra l’altro hanno visto concorde la stessa Pubblica Accusa che aveva chiesto il non luogo a procedere”. Lo afferma, in una nota, l’avv. Silvia Gulisano, legale del deputato del M5s Giuseppe d’Ippolito rinviato a giudizio ieri dal Gip di Lamezia Terme per frode processuale. “Nessuna condotta illecita – prosegue Gulisano – come ho gia’ sostenuto, forte di precedenti giurisprudenziali persino della Corte Costituzionale, nel corso dell’udienza preliminare, e’ riconducibile al mio assistito on. Giuseppe D’Ippolito. In realta’ si tratta di un reato che non c’e’, in quanto il deposito del file audio non ha tratto in inganno il giudice che non ne ha tenuto conto ai fini della sentenza, peraltro prontamente da me appellata”. (ANSA).

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