Saverio Riccelli, il pastore diventato tik toker con le sue caprette
Il giovane, 28 anni di Belcastro, ha superato i 920mila follower
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Passare da solitario pastore a conosciutissimo tik toker è un attimo se ti chiami Saverio Riccelli, se non difetti di umanità, intelligenza e tanta creatività.
L’estroso artista di Belcastro, appena 28 anni, è il fenomeno social del momento, lo è grazie a divertentissimi sketch, a seguitissimi Tik Tok postati insieme con le sue amate e mansuete caprette, in primis Teresa e Manuele. Fa ridere, fa riflettere, piace.
Non è mai banale Saverio Riccelli: ce ne siamo accorti in una breve intervista concessa in esclusiva per Catanzaro Informa.
Come è nata l’idea di fare dei Tik Tok insieme a due capre?
“La mia è una innata passione per gli animali per i quali stravedo e poi amo lavorare qui a Belcastro nella mia azienda agricola. La terra e il duro lavoro, si sa, insegnano i valori autentici. Il mondo delle piante e degli animali hanno tutto per dare un senso all’esistenza. Ho iniziato a fare Tik Tok pochi mesi fa e ho visto che tante persone mi incoraggiavano a proseguire così ho continuato”.
Ha già collezionato 23milioni di like su Tik Tok ed è seguito da 920mila follower: perché piace così tanto Saverio Riccelli?
“Non fingo, non ho maschere. Sono umile, sincero, spontaneo. Non credo sia un caso che di me abbia parlato prima La7″.
Che rapporto ha con le sue caprette?
“Sono affezionato. Di me si fidano. Mi piace costruire un legame con loro, dedicare del tempo alle mie caprette, costruendo così il mio ideale etico di vita che è fatto di cose autentiche, vere, spontanee. Manuele è la mia capra preferita, è molto legato a me, più di Teresa”.
Come prepara i suoi video ormai diventati virali soprattutto tra i giovani?
“Improvviso, mi viene naturale. Una linea tematica però ora c’è e voglio coltivarla: parlare dell’attualità con le sue gioie e paure come ho fatto con il Covid, la guerra in Ucraina, con il derby d’Italia tra Inter e Juve oppure con il carovita”.
Il suo rapporto con Tik Tok è più un lavoro o un divertimento?
“E’ partito come un divertimento, ma se diventasse un lavoro non mi dispiacerebbe perché lo faccio sempre con il sorriso e quindi non è un peso”.
Lei ripete sovente l’espressione ormai diventata quasi un mantra “Eh Cumu Jamu”: lei invece come sta, come vive questo momento?
“Sono felice. E’ successo tutto così in fretta. A Ottobre, ero in Francia e non mi conosceva nessuno. Ora sono tornato nella mia Belcastro, tante persone mi fermano per strada, per contattano sui social, mi inviano e la cosa mi rende felice perché dimostro che si possono fare belle cose anche partendo da un piccolo paese”.
I social non sono, di per sé, né buoni né cattivi, dipende dall’uso che se ne fa: Saverio Riccelli, menzionato ieri sera anche dal tg satirico Striscia la Notizia nel programma di Cristiano Militello, non li usa in modo distorto e non li usa per imitare gli altri, ma se ne serve per coltivare due virtù che scaldano il cuore: umanità e creatività.