Dopo due anni torna il pellegrinaggio diocesano foto

Adorazione eucaristica sulle tematiche del sinodo animata da alcuni esponenti delle aggregazioni laicali

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In una splendida giornata di sole, nel comune di Gimigliano, è ritornato, a due anni di distanza dall’ultima edizione, il tradizionale pellegrinaggio diocesano del 25 Aprile dal titolo “In cammino con Maria, Madre e modello della Chiesa sinodale”. Quest’ultimo, presieduto per la prima volta da mons. Claudio Maniago, ha visto la partecipazione attiva ed entusiasta dei rappresentanti delle singole aggregazioni laicali presenti sul territorio diocesano.

Generico aprile 2022

Una passeggiata di spiritualità in mezzo alla natura

L’itinerario del pellegrinaggio, di circa 5 chilometri, prevedeva la partenza dalla Chiesa Madre di Gimigliano e l’arrivo presso la Basilica di Madonna di Porto. Un percorso che, a parte nelle prime centinaia di metri, ha permesso, a chi ha deciso di farlo a piedi, di poter godere della bellezza della natura e di respirare a pieni polmoni. Inoltre, i canti e le preghiere hanno reso il tutto per nulla faticoso e, una volta arrivati, la stanchezza fisica si è trasformata in energia psicologica e spirituale.

Le tematiche trattate dal vescovo nel corso dell’omelia

In una fase successiva all’arrivo in Basilica, si è tenuta la celebrazione della messa da parte dell’arcivescovo dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, Mons. Claudio Maniago. Quest’ultimo, nel corso dell’omelia, ha trattato numerose tematiche, tra cui l’importanza della giornata. “Questa giornata arriva dopo una Pasqua che, finalmente, abbiamo vissuto quasi in maniera normale – ha sottolineato il Vescovo- e ci ridona l’emozione di vivere la Chiesa, cioè di vivere in quel popolo che il Signore si è conquistato al prezzo del suo sangue, che lui nutre, illumina con la sua luce e sostiene con la forza del suo Spirito”. “Queste situazioni – ha aggiunto – ci permettono di vedere con i nostri occhi cosa significhi far parte di questo popolo, non a livello teorico ma attraverso l’esperienza del camminare insieme, come fratelli e sorelle”. Inoltre, non sono mancati anche i riferimenti alla pandemia, la quale “ha fatto diventare normali dei termini come distanza e isolamento, che vanno contro la nostra natura”. Per di più, si è soffermato anche sulla guerra in Ucraina, affermando che “la guerra è una gara in cui vince chi registra meno morti ma le tensioni non devono essere risolte con la violenza e la sofferenza dei popoli”.

La giornata di spiritualità, poi, si è conclusa con un’adorazione eucaristica sulle tematiche del sinodo, animata da alcuni esponenti delle aggregazioni laicali.

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