Furto aggravato di rame nel quartiere Santa Maria di Catanzaro

Arrestate tre persone già note alle forze dell'Ordine. Oggi la convalida senza ulteriori misure. Si torna in aula il 25 novembre

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Hanno sottratto rame nella zona del cantiere per la nuova ferrovia quartiere Santa Maria di Catanzaro  le tre persone, già note alle forze dell’Ordine arrestate da equipaggi della squadra volante della Questura di Catanzaro.
Si tratta di Simone, Giosue e Antonio Bevilacqua, sorpresi dalla Polizia insospettita da strani movimenti durante un controllo del territorio poco prima di mezzogiorno di ieri. L’accusa è di furto aggravato.
I tre, difesi rispettivamente dai legali Alessandro Guerriero, Giuseppe Vetrano e Angelo Soluri  sono comparsi davanti al giudice Bravin che ha convalidato l’arresto ma non ha disposto misure.
Il pm aveva chiesto gli arresti domiciliari ma è prevalsa la tesi difensiva che sottolineava la circostanza che il materiale sottratto fosse in disuso.
Si tornerà in aula il prossimo 25 novembre.

​Il comunicato della Polizia Nella mattinata di ieri, equipaggi della Squadra Volante sono intervenuti in uno dei cantieri della costruenda metropolitana di superficie, sita in via Val d’Aosta, cogliendo in flagranza tre individui che, con tronchesi e guanti da lavoro, erano impegnati a tranciare ed asportare cavi di rame installati nell’area del cantiere. In particolare, il primo, munito di guanti da lavoro in gomma che armeggiava con una pinza tagliacavi, posto in ginocchio sul margine delle rotaie, era intento a recidere cavi in rame rivestiti in gomma, che costeggiavano l’intera linea ferroviaria. Un secondo soggetto gli era accanto, intento a mantenere in tensione i cavi, al fine di agevolare il lavoro del primo, mentre il terzo era a distanza di alcuni metri, deputato a raccogliere gli spezzoni ed accantonarli nei pressi, per il successivo trasporto.

​Gli Agenti delle Volanti, giunti nell’ampia area del cantiere, in modo coordinato, così da non consentire alcun tentativo di fuga dei 3 individui, ne interrompevano l’azione delittuosa, identificandoli e sottoponendoli a perquisizione. Venivano quindi sottoposti a sequestro gli strumenti impiegati per la tranciatura e la spezzettatura dei cavi di rame, mentre i cavi già accantonati, tranciati in innumerevoli pezzi da 2 metri per renderne più semplice il trasporto, venivano riconsegnati ai titolari della ditta esecutrice dei lavori.
​Dei 3 soggetti, 2 erano già noti alle Forze dell’Ordine perché gravati di numerosi precedenti contro il patrimonio.

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