Davide Sgrò rettifica: “Mai detto di essere stato licenziato perchè gay”

Il giovane smentisce l'agenzia Agi che però precisa: l'interessato aveva dato il suo assenso alla pubblicazione via Whatsapp. Replica anche l'avvocato del datore di lavoro chiamato in causa

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    “Quanto scritto ieri nei vari articoli corrisponde al vero, ma tengo a rettificare che io non sono mai stato licenziato perche’ gay, non avrei motivo di dire il falso, in quanto lo scorso aprile ho denunciato ai Carabinieri di S. Maria di Catanzaro la mia ex titolare per altre motivazioni”. Lo afferma, in una nota fatta pervenire all’Agi, l’agenzia di stampa che aveva pubblicato la notizia poi ripresa da altri organi di stampa incluso Catanzaroinforma Davide Sgro, attista gay, a rettifica di quanto aveva espresso in precedenza.

    “Chi ha scritto quella nota stampa – continua – ha amplificato ancora di piu’ la vicenda, scrivendomi che era l’unico modo di far pubblicare la notizia, io stesso ho detto che non mi importava di pubblicare la notizia perche’ non corrispondeva a verita’. Mi e’ stata fatta un’intervista – conclude – in cui ho risposto ad alcune domande ma non vi e’ stata mai una risposta che rappresentava il titolo nelle varie note stampa”. Il testo dell’intervista fa sapere l’Agenzia era stato comunque approvato dall’interessato che aveva dato il suo assenso alla pubblicazione via Whatsapp. Il datore di lavoro di Sgrò ha a sua volta fatto recapitare una nota di smentita alle redazioni dei giornali che hanno ripreso l’agenzia per il tramite dell’avvocato Daniela Scarfone. “La mancata prosecuzione del rapporto di lavoro è stata determinata unicamente da ragioni aventi natura professionale. Dispiace constatare che temi così delicati quali l’omofobia si prestino sempre più spesso a strumentalizzazioni e spettacolarizzazione di varia natura”. “Non corrisponde al vero – conclude la nota – che la risoluzione del rapporto sia dipesa dalla discriminazione del dipendente per via del suo orientamento sessuale, come improvvidamente riportato a mezzo stampa”. L’interessata si riserva “qualsiasi ulteriore azione nelle sedi opportune”.

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