Fronte Comunista e Fronte Gioventù Comunista: sit in a sostegno di Beauty Davis

Ieri a Soverato. "Da sconfiggere la colpevole indifferenza e la complicità di molte autorità"

Sit in di solidarietà a Beauty Davis, la ragazza picchiata dal datore di lavoro per aver chiesto che le fosse pagato lo stipendio. L’azione di solidarietà è stata organizzata dal Fronte Comunista, dal Fronte della Gioventù Comunista – Calabria e dal Collettivo Stipaturi nel pomeriggio di ieri

Sconfiggere la colpevole indifferenza – su legge in una nota – e la complicità di molte autorità è difficile, e abbattere il timore dei lavoratori stagionali che, perennemente sotto ricatto, non possono mostrarsi in pubblico è ancora più difficile. Ma, riteniamo, è questo il nostro ruolo storico: lottare per una società in cui le estorsioni e l’arroganza padronali non possano più esistere perché la produzione è sotto il controllo della classe lavoratrice tutta intera, in cui alla corsa al profitto si sostituisca la pianificazione democratica per il soddisfacimento delle esigenze materiali e morali dei singoli. Le stesse esigenze calpestate e infangate dalla violenza a Beauty e dalle vergognose calunnie nei suoi confronti diffuse da padroni locali nei giorni scorsi.

Questo è un momento storico in cui i datori di lavoro, grandi e piccoli, godono di impunità totale o quasi per quanto riguarda qualsiasi ingiustizia perpetrata nei confronti dei lavoratori. La narrativa dominante, che demonizza dei miseri sussidi al reddito ai disoccupati come se fossero un deterrente al lavoro, si scontra con l’evidenza dei fatti: l’Istat ha confermato il record storico di occupazione dal 1977 e il numero di contratti stagionali è cresciuto negli ultimi due anni. Un altro record, purtroppo, è anche quello dei contratti precari.

Tutto ciò non fa che incrementare il potere negoziale e di ricatto contro i lavoratori, in una cornice di continua e pressante repressione da parte del potere giudiziario e delle forze dell’ordine contro chi lotta per cambiare questo stato di cose, come dimostrano le ripetute sanzioni strumentali inflitte nella nostra regione contro chi ha manifestato il proprio dissenso al governo Draghi (e ai precedenti esecutivi) e, sul piano nazionale, i clamorosi arresti di diversi sindacalisti a Piacenza, colpevoli solo di aver fatto attività sindacale”.