Porto, Arpacal valida l’esito di ulteriori indagini sui fondali interessati dai lavori

Assessore Iemma: "nuovi dati che abbiamo acquisito che sui fondali interessati non vi sono biocenòsi di pregio"

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    Nell’ambito dell’iter relativo ai lavori di completamento del porto, il settore comunale competente ha trasmesso oggi al ministero della Transizione Ecologica il verbale con cui l’Arpacal – che sulla materia continua a collaborare fattivamente con Palazzo De Nobili – ha validato le ulteriori indagini, effettuate sull’ecosistema marino interessato tramite il “ROV”, Remotely Operated Vehicle, il veicolo subacqueo che indaga, guidato da remoto, i fondali.

    Era stata la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA/VAS presso il ministero a suggerire a palazzo De Nobili un supplemento di indagine, allo scopo di implementare le analisi già fatte a suo tempo e rafforzare così i dati già in possesso del dicastero e contenuti nelle integrazioni chieste da Roma. Suggerimento accolto volontariamente dal Comune che infatti, nello scorso mese di luglio, aveva affidato il monitoraggio con ROV, i cui esiti sono stati appunto validati dall’Arpacal.

    “I nuovi dati che abbiamo acquisito – fa sapere la vice sindaco con delega alle Politiche del Mare, Giusy Iemma – confermano quelli emersi dalle precedenti indagini e cioè che sui fondali interessati dai lavori di completamento del porto non vi sono biocenòsi di pregio. Quindi siamo fiduciosi sull’esito finale della procedura. Insieme con il sindaco Fiorita abbiamo affrontato la questione porto con la stessa determinazione con cui ci stiamo muovendo rispetto ad altri temi cruciali per il futuro della città. Manterremo quindi costante, da qui in avanti, l’interlocuzione con il ministero della Transizione Ecologica affinché i tempi dell’iter siano ragionevolmente brevi. Il porto serve a Catanzaro, alla sua economia e alle sue potenzialità di sviluppo – ha concluso Iemma – e la città aspetta ormai da troppi anni che su questa storia venga scritta una volta per tutte la parola fine

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