Usura e droga, il business criminale a Catanzaro gestito dalle nuove leve di “zingari” e “gaglianesi”

Nella relazione semestrale al Parlamento della Dia, al capoluogo viene dedicato un apposito capitolo in cui si traccia il contesto malavitoso in città

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Sei mesi. E’ questo il periodo preso in considerazione dalla Dia per esaminare  lo scenario criminale e l’operatività della criminalità organizzata anche a Catanzaro. Luglio/ dicembre 2021, un periodo in cui pare che nulla sia cambiato.  Un periodo in cui si  conferma la pericolosità delle cosche incentrata sulla sempre maggiore capacità di penetrazione nei contesti economici, politico-amministrativi e sociali.

Si osserva tuttavia una staffetta generazionale causata dal venir meno di capi e affiliati di rilievo decimati dai numerosi arresti e dalle inchieste giudiziarie. E nella relazione semestrale al Parlamento la Dia disegna lo spaccato criminale nel capoluogo.

I clan storici come quello dei Gaglianesi sempre attivi

Nel territorio di Catanzaro non si sono registrati mutamenti significativi circa la mappatura criminale dove rimane salda la presenza dei clan “storici” come i Gaglianesi, nonché quella dei GRANDE ARACRI di Cutro e dei così detti  Zingari  (famiglie COSTANZO-DI BONA, ABBRUZZESE-BEVILACQUA, PASSALACQUA, BERLINGERI) attivi nelle attività usuraie con la finalità di rilevare attività economiche in sofferenza per poi “affidarle” a prestanome.

 

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La  criminalità organizzata in questo ultimo periodo potrebbe annoverare tra i suoi interessi principali quello verso i fondi del PNNR.
Anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri , ha lanciato l’allarme sul pericolo concreto che i fondi del PNRR e le imprese siano nel mirino dell’‘ndrangheta.
La ‘ndrangheta è sicuramente interessata ad accaparrarsi i fondi messi a disposizione dell’Europa attraverso il PNRR, mentre potrebbe approfittarsi della crisi economica legata alla pandemia
per impadronirsi di piccole e medie aziende utilizzando fiumi di denaro a disposizione delle
cosche.

Gratteri: per le mafie l’attuale crisi economica legata alla pandemia è come una muleta sventolata sotto gli occhi del toro”

Sull’argomento il Procuratore ha aggiunto che “l’attenzione si sposta ora sul PNRR e sulla pioggia
di miliardi che sono già arrivati nel nostro Paese. Per le mafie l’attuale crisi economica legata alla pandemia è come una muleta sventolata sotto gli occhi del toro”.

La cosca dei GRANDE ARACRI continua ad esprimere la sua presenza nel territorio mentre nel capoluogo risulta attiva quella dei Gaglianesi e degli Zingari soprattutto nei quartieri meridionali della città.

Gli arresti di esponenti legati al clan Gallace

Nel semestre in parola è stato inferto un duro colpo alla cosca GALLACE di Guardavalle con l’arresto di due esponenti di spicco del clan avvenuti rispettivamente il 5 settembre e il 7 ottobre 2021 ad opera dei Carabinieri di Catanzaro. In particolare uno dei due si era reso latitante da circa un anno a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Roma per espiare una condanna a 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il secondo anch’egli latitante dal
2020 era destinatario di un provvedimento di cumulo pene emesso nel novembre 2020 dalla Procura di Reggio Calabria per reati connessi con il narcotraffico.

La malta scadente per i lavori pubblici

Da registrare l’importante operazione “Brooklyn” del 3 novembre 2021 condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla DDA di Catanzaro e che oltre all’esecuzione di 4 misure cautelari ha portato al sequestro del viadotto “Bisantis” di Catanzaro e della galleria “Sansinato” sulla SS280. I reati contestati agli indagati vanno dal trasferimento fraudolento di valori, all’autoriciclaggio, alla corruzione in atti giudiziari, all’associazione per delinquere e alla frode nelle pubbliche forniture con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso segnatamente la cosca Giampà di Lamezia Terme in relazione fra l’altro ai lavori di manutenzione straordinaria del
ponte “Morandi” di Catanzaro e di un tratto della strada Statale 280 “dei Due Mari”. Nel dettaglio i due titolari di fatto della società aggiudicataria dei lavori di manutenzione straordinaria
di entrambe le opere avrebbero utilizzato della malta scadente nel realizzare l’intervento manutentivo con un conseguente guadagno sulla commessa.

Il business della droga

Permane l’operatività delle ‘ndrine nel settore degli stupefacenti in linea con il trend che vede la criminalità organizzata calabrese come principale importatore e distributore del mercato degli stupefacenti.
Significativa in tal senso è l’inchiesta del 12 ottobre 2021 dove la Polizia di Stato e i Carabinieri di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata “Aesontium” hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 soggetti indagati, a vario titolo, di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, furto e porto abusivo di armi, nonché ricettazione ed estorsione.
L’indagine prende il nome dal teatro delle indagini il quartiere Aesontium situato a sud del capoluogo. Nel provvedimento si legge che gli indagati erano impegnati nella gestione del traffico di stupefacenti “nell’area sud catanzarese epicentro in Traversa Isonzo.

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In particolare presso domicili, locali e luoghi di pertinenza della famiglia de U’ Muntanaru, dei promotori ed organizzatori e presso l’accampamento nomadi di viale Isonzo, tutti operanti nell’ottica di un’unica determinazione
criminosa mirata ad attuare le finalità e le strategie dell’organizzazione criminale, dedita al traffico delle sostanze stupefacenti, cocaina ed eroina, con fonti di approvvigionamento di eroina anche fuori regione, tra cui un cittadino albanese, proveniente da Polignano a Mare (BA), finalizzata alla commercializzazione di numerosi quantitativi, anche ingenti, di sostanze stupefacenti di eroina, ciascuno con le condotte e ruoli anche qualificate”.
Ancora il 26 ottobre 2021 i Carabinieri e la Polizia di Stato coordinati dalla DDA di Catanzaro
nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Drug family” hanno eseguito 30 misure di
custodia cautelare per associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di stupefacente ai fini di spaccio, estorsione e reati connessi. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione criminale su base familiare operante questa volta nel quartiere Aranceto di Catanzaro. Il sodalizio è apparso ben strutturato e con specifici compiti e ruoli assegnati ad ogni suo componente a partire dai promotori passando per gli
organizzatori degli approvvigionamenti fino ad arrivare agli incaricati dello spaccio dello stupefacente del tipo marijuana, hashish, cocaina ed eroina.

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