Villa Margherita, alla ricerca del Giardino di città: perduto e ritrovato e poi riperduto e domani, forse, chissà…

Tanto amata e altrettanto trascurata, Villa Margherita è una nobile decaduta che, nel difendere altera la sua bellezza, disdegna il presente e sogna un futuro degno dei trascorsi fasti. Ma arrivano buone nuove, e fondi a seguito, che fanno ben sperare

Di Clara Varano

Villa Margherita, possiamo dirlo, non è più il monumentale giardino di un tempo. Al di là dell’enorme valore storico e culturale che mantiene e che ha sempre avuto, entrando in villa, lo si può notare già dall’accesso al viale che prima era inibito alle auto, non c’è quell’effetto di stupore che sin da piccoli tutti i catanzaresi, ma anche i visitatori della città hanno sempre avuto.

 

I giardini sono curati, sì, ma bene solo le aiuole dell’entrata, si nota qualche albero che necessita di qualche cura maggiore, ai busti dei notabili calabresi e catanzaresi, serve un restauro, almeno una pulizia costante, per non parlare dell’ormai infinito “lavori in corso” in cui ci si imbatte entrando nei giardini, ora qui, ora là, che impediscono sempre la visuale o la seduta in qualche angolo.

 

Capitolo Manutenzione
Scale sconnesse, strade divelte, buche, ricoperte da cemento qualunque e non certo con quelli che dovrebbero essere i tipici ciottoli che nell’arredo previsto all’interno della villa è stato scelto per le vie e le stradine che corrono lungo il tracciato, non proprio breve di quella che nel tempo è stata anche chiamata villa Trieste. E le fontane? Una vuota, l’altra sporca. Insomma, i cigni bianchi e neri di un tempo con cui scattare e a cui scattare delle belle fotografie, sono solo un magnifico ricordo.

Anche il campo di gioco, ma questa non è una novità, considerando che tutti i campetti pubblici, che non siano gestiti da qualcuno, a Catanzaro, sono nelle stesse condizioni: reti e pavimentazione rovinate. Così come sono distrutte le porte di alcuni locali, i cestini della spazzatura e altri arredi della villa. Per non parlare dei servizi igienici che vanno del tutto ricostruiti visto che i vandali li hanno distrutti.

Quello che però salta agli occhi è il proliferare di erbacce che spuntano ovunque e addirittura in un caso impediscono il passaggio. Il sentiero, infatti, è completamente ostruito da quello che non si capisce se è un accumulo di sfalci o il rampicante di un’erbaccia così ramificata e cresciuta da essere diventata un vero e proprio cespuglio, quasi un’aiuola, tale da ostruire un intero sentiero ormai non più percorribile da nessuno, a meno che qualcuno non abbia voglia di addentrarsi in allenamenti di parkour.

 

 Villa Margherita e il grido di dolore delle associazioni

Di Laura Cimino

E’ una storia di abbandono. Di decadente incuria di un luogo storico. Di privazione. E’ un segno ‘meno’ messo davanti. Il grido delle associazioni cittadine si fa sentire. Villa Margherita era l’infanzia e l’adolescenza di tante generazioni di catanzaresi.

Tante le proposte che arrivano dalle associazioni. Un concorso di idee per una destinazione precisa: i ragazzi, quindi parchi giochi e aree tematiche a loro dedicati. Oppure, un luogo dove organizzare periodicamente fiere, come quella dell’antiquariato, un vivo contenitore culturale. Una maggiore cura del verde. Villa Trieste, come si chiamava prima, nasce come Orto botanico, quindi proprio per questo come giardino che si arricchiva della varietà di alberi e piante provenienti da ogni parte del mondo. La scelta, invece, oggi, è di lasciare solo piante autoctone.

“Il problema della Villa è a monte, ed è quello della mancata sorveglianza – a parlare è Claudio Pileggi, presidente dell’associazione Cara Catanzaro –  perché non si riuscirà mai ad avere una manutenzione appropriata usando questo metodo, cioè destinando delle unità che ci lavorano ‘una tantum’. Bisognerebbe tornare agli anni ’80, ’90, quando c’erano due o tre persone fisse, avevano anche la loro abitazione lì, e si dedicavano solo ed esclusivamente alla villa, vigilata 24 ore su 24.

Claudio Pileggi

La soluzione migliore e anche più economica secondo noi per riprendere questo luogo passa anche da questo: destinarne almeno due persone fisse alla cura e alla sorveglianza, anche economicamente pensiamo sia più conveniente che mandarne dieci una volta al mese”.

Una decisione propriamente politica: destinare, da parte dell’amministrazione, del personale alla custodia  vuol dire dimostrare di voler investire nel decoro e nella bellezza di un simbolo per la città.

‘Al contrario del Parcoprosegue il presidente di Cara Catanzaro Claudio Pileggila Villa è un giardino storico, dal valore anche affettivo e naturalistico. Lo scorso anno abbiamo avuto un incontro con Verdidea, la società che gestisce il verde in Villa, e abbiamo appreso che sono stati effettuati moltissimi tagli sugli alberi, e non sono stati rimpiazzati adeguatamente.

Villa Margherita nasce come giardino botanico, e i giardini botanici ospitano come è noto varietà di piante da tutto il mondo, non solo autoctone, ora la politica invece portata avanti da Verdidea, anche per evitare i parassiti che hanno colpito le palme, è di sostituire queste piante solo con alberi autoctoni, ma così si snatura questo posto.

Per quanto ci riguarda, dunque, come Cara Catanzaro, troviamo deprecabile non solo il degrado assoluto che regna ormai da anni, specialmente nella zona più bassa che è stata completamente lasciata all’abbandono, ma soprattutto questa politica della gestione del verde pubblico. Non si può snaturare un Giardino Botanico.

Noi dell’associazione Cara Catanzaro siamo intervenuti sulle statuine di Biancaneve e i sette nani lo scorso anno, iniziativa  che è risultata graditissima perché penso che tutti in città nei loro ricordi di bambini abbiano una foto con questo ‘simbolo’ della Villa Margherita, e del loro averla frequentata. Restauro eseguito in modo davvero bello dall’artista catanzarese Ieso Marinaro.

Cara Catanzaro restituisce a Villa Margherita ‘Biancaneve e i sette nani’

Speravamo, con questa piccola iniziativa, di essere da sprone anche per l’amministrazione, perché intervenisse anche a sanare la Villa che versa appunto nel degrado assoluto. L’associazione Cara Catanzaro ha provveduto poi al recupero della palina del Museo March all’interno della Villa e a ripulire dalle scritte vandaliche i bagni pubblici, anche utilizzando dei macchinari particolari. Ma questi interventi privati così come molti altri anche significativi da parte di tante altre associazioni cittadine non hanno sortito nessun effetto da parte della amministrazione comunale’.

Dello stesso avviso Aldo Ventrici a capo dell’associazione Osservatorio per il Decoro Urbano  di Catanzaro ‘La vicenda del degrado di Villa Margherita – afferma – è la prova di una generale mancanza di visione. Se pensiamo alla tristezza di quei lampioni rotti, di quella zona dell’anfiteatro abbandonata ai continui atti di vandalismo, dei bagni devastati, ai laghetti senz’acqua, ai topi che la fanno da padrona. Un tempo questo elegante giardino botanico attraeva con i cigni, bianchi e neri, e i ‘giri’ sul famosissimo puledro Jolly. Era il luogo dell’infanzia, delle famiglie che vi portavano i bambini.

Dunque cosa è successo? La cosa più grave: che l’abbandono da parte del Comune ha portato, nell’immaginario collettivo, a una percezione di luogo come negativo, luogo dove non è più piacevole andare. Un’aura di negatività.

Aldo Ventrici

Va a da sé che, se l’amministrazione davvero volesse recuperarlo per il pubblico dovrebbe, per cominciare, rilanciarne l’immagine. Con una operazione del tipo: ‘la chiudiamo per tot tempo, per restituirla ai cittadini come villa da competere con quelle delle più grandi città”. Il problema della mancanza di sorveglianza è visto come centrale anche dall’Osservatorio per il decoro urbano. ‘Basterebbe magari anche organizzare dei controlli continui da parte dei vigili urbani – che sarebbero impiegati, in questo caso, non solo nell’attività delle multe alle automobili  – per restituire alla città l’immagine di un Comune che allora a questo luogo ‘ci tiene’. La nostra proposta è quella di utilizzare la Villa come contenitore culturale. Destinarvi con una cadenza periodica una fiera dell’antiquariato. Concerti, teatro, esibizioni dal vivo. Il Comune potrebbe pensare ad un cartellone, incentivando il provato. Con bandi dedicati e una cospicua operazione di rilancio. Ma a quanto pare, per ora niente di più lontano da tutto questo”.

Uno spazio di cui di nuovo si fruisce, un contenitore per i ragazzi, e quindi anche per le mamme, è quanto invece è nelle idee di un’altra associazione cittadina, Italia Nostra. “Ci sembraa parlare è la presidente Elena Bovache sia in fondo questa la vocazione originaria di Villa Margherita. Ora è uno spazio vuoto. Deve tornare ad essere un luogo nel quale investire. Dalla cura del verde a iniziative culturali.

Elena Bove

Noi pensiamo più specificamente ad un grande Parco Giochi. Un bando di idee da cui far ripartire tutto. Ridare il senso dell’accoglienza di questa storica zona della città, svolgere, nel farlo divenire luogo sicuro e frequentato, anche una funzione sociale’.