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Reti d’impresa per lo sviluppo turistico: una opportunità o una necessità?

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    L’attenzione degli operatori  economici  è sempre piu’ posizionata sul recepimento delle normative che possano agevolare la creazione di valore tramite l’impiego di innovativi strumenti giuridici.

    Fra questi, si segnala, ultimamente, la possibilità di impiegare lo strumento delle reti di impresa al fine di ottenere delle agevolazioni , anche e non solo di natura fiscale.

    Nel mese di aprile, si è svolta un importante incontro a Catanzaro in cui i principali operatori economici regionali hanno approfondito e presentato proprio il tema delle reti d ‘impresa.

    La nostra attenzione, tuttavia, si incentra sulla possibilità di creare un valore aggiunto per le nostre imprese del  territorio tramite l’istituzione di distretti turistici mediante l’applicazione dell’art. 3 del D.L. n. 70 del 2011.

    La norma in questione sancisce la nascita dei distretti turistici (nella accezione iniziale denominati  turistico – alberghieri)  che rappresentano un importante novità nel nostro panorama legislativo.

    L’obiettivo principale derivante dall’impiego di uno strumento del genere, è costituito dalla realizzazione  di un progetto strategico per la riqualificazione ed il rafforzamento delle imprese turistiche nell’ambito di della filiera del turismo, sia in fase orizzontale sia verticale.

    Infatti per usufruire delle agevolazioni, è indispensabile che  alla base dell’istituzione del “polo turistico” vi sia  un piano strategico sottostante che coniughi l’idea di base con l’integrazione e/o il rafforzamento delle imprese aderenti alla rete stessa.

    L’istituzione di queste aree avviene mediante l’emanazione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere favorevole da parte delle Regioni competenti territorialmente.

    La principale peculiarità di un simile procedimento sarebbe quella di rafforzare la collaborazione fra le imprese del settore che abbiano una contiguità territoriale mediante una deburocratizzazione di tutti gli adempimenti e la concessione “in primis” di agevolazioni di natura fiscale.

    Infatti alle aziende che partecipano alle reti turistiche possono vedersi detassato la quota parte di utile che venga  destinato  agli investimenti, programmati nell’ambito del contratto di rete.

    L’importo massimo accantonabile e detassabile è pari ad un milione di Euro per ogni singolo esercizio e tale ammontare è il limite oggettivo massimo per ogni singola impresa, a prescindere dal numero dei contratti di rete stipulati dalla società turistica.

    Relativamente al concetto di investimento la prassi ed in particolare l’Agenzia delle Entrate ha avuto una interpretazione abbastanza ampia.

    Rientrerebbero nel concetto di investimento non solo gli acquisti di beni e di servizi prodromici alla realizzazione del programma di rete ma anche  i costi relativi al personale destinato alla realizzazione dello piano comune.

    Il limite temporale per il mantenimento della detassazione è di un anno dalla delibera di destinazione della quota parte dell’utile di  esercizio agli investimenti programmati.

    Tale programma dovrà essere oggetto  di analisi da parte di un soggetto terzo che al termine della disamina provvederà a certificare, tramite un asseverazione di scopo, l’idoneità dello stesso progetto rispetto agli obiettivi da raggiungere.

    Oltre alle agevolazioni fiscali, di cui prima, il contratto di rete è foriero di una serie di ulteriori agevolazioni che  sono state ribattezzate come luoghi “a burocrazia zero” (la prassi parla di zone a burocrazie zero).

    In pratica, tutti gli adempimenti burocratici relativi alla realizzazione ed alla attività ordinaria della rete è preposta ad un ufficio unico dove verranno accentrate tutte le problematiche connesse al contratto.

    Infine ma non per ultimo, la costituzione di una rete turistica consente anche di partecipare, in modo significativo, a bandi nazionali o internazionali per l’ottenimento di finanza agevolata.

    Nel mese scorso (piu’ precisamente il 19 aprile scorso) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto  a cura del Ministero del turismo che permette alle reti d’impresa di partecipare all’assegnazione di incentivi e risorse finanziarie destinate al turismo (all’attuazione manca solo la pubblicazione del bando che lo stesso Ministero si appresterebbe ad pubblicizzare).

    Il finanziamento potrà essere concesso fino ad  un massimo di Euro 200.000,00 a fondo perduto nel rispetto degli aiuti “de minimis”.

    Per essere ammessi è necessario che il contratto di rete sia costituito da almeno 10 imprese, classificabili dimensionalmente come Pmi.

    L’attività finanziabile deve concernere, fra le altre, la commercializzazione di pacchetti  turistici on line e la commercializzazione delle stesse imprese turistiche all’estero.

    Sono finanziabili i costi attinenti alla realizzazione del progetto, ivi compresi i costi di costituzione della rete, gli acquisti di hardware e software funzionali alla realizzazione dei progetti con valenza multimediale.

     

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