Investire in borsa del 29 settembre 2016

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    La falsa rottura rialzista della forte area di resistenza a 17000 punti avvenuta i primi di settembre, fa velocemente arretrare il nostro indice di borsa al pari degli altri indici europei e stavolta pure della borsa statunitense e la ragione di fondo va sicuramente ricercata nella notizia della richiesta alla Deutsche Bank di un pagamento di 14 mln di dollari da parte del Dipartimento Giustizia USA, volto alla chiusura della controversia sui mutui subprime.

    Oltre al crollo della banca tedesca (che già da tempo naviga comunque in cattive acque) la speculazione internazionale ha come al solito colpito l’anello debole (ma sufficientemente liquido) dell’intero sistema bancario europeo, le banche italiane, per l’ennesima volta affossate.

    Vicenda tedesca a parte, altri elementi di disturbo per una ripresa dei mercati azionari sono da un po’ di tempo le basse quotazioni del petrolio (anche se è notizia di queste ore la decisione dell’OPEC di iniziare a mettere un tetto alla produzione dopo due anni di produzione illimitata) e la diffusione di notizie macro deludenti , con il PIL italiano previsto in crescita su base annua di un timido 0,8%.

    Riuscire a far ripartire il motore ingolfato dell’economia italiana si sta rivelando più difficile del previsto, sia perché stiamo vivendo in un’era in cui la globalizzazione dell’economia mondiale sta inevitabilmente rallentando la crescita economica mondiale , sia perché le riforme attuate dal governo Renzi non hanno valenza nel breve termine (sempre ammesso che ne abbiano nel lungo).

    Sono in tanti coloro che additano la Cina come la vera responsabile del rallentamento economico mondiale, ma ciò che ai più sfugge è che il rallentamento cinese non è altro che il giusto prezzo da pagare per un’economia che si sta inevitabilmente trasformando da un’economia basata sull’industria ad un’economia basata sui servizi (come del resto è in passato già accaduto ai paesi occidentali) e sui consumi interni, da un’economia che produceva senza il rispetto di alcun vincolo ambientale e alcun rispetto per i diritti della classe operaia, ad un’economia un po’ più “umana”, e ciò ha inevitabilmente prodotto un salutare rallentamento.

    Il problema del rallentamento dell’economia mondiale (e della conseguente instabilità dei mercati finanziari)  ha purtroppo radici varie e difficilmente risolvibili come ad esempio l’incontestabile fatto che già da oggi (ma in un futuro molto vicino ancor di più) l’automazione robotica sta facendo diminuire l’impiego di forza lavoro umana.

    Tornando ai mercati azionari e nello specifico al nostro indice ftsemib, l’attuale tenuta del supporto posto a 16000 punti potrebbe (condizionale d’obbligo vista l’imminenza delle elezioni presidenziali statunitensi) favorire un buon recupero con primo obiettivo il gap lasciato aperto a 17122 punti.

     

    Alessandro D’Elia  (trader professionista)

    Per info e chiarimenti : alexdelia@tiscali.it

    Il sottoscritto dichiara che la presente rubrica ha uno scopo meramente informativo e non intende rappresentare in alcun modo una sollecitazione al pubblico risparmio.

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