San Valentino: gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere

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    Giorno di San Valentino. Molte coppie – soprattutto le più giovani – si preparano a ingrossare le fila di ristoranti e negozi di dolciumi e di intimo. Dai più abbienti – non dai più innamorati – anche le gioiellerie sono apprezzate, e siccome la festa cade di venerdì, chi fa la settimana corta si concede persino un weekend fuori casa.

    Ai tempi della scuola, quando non avevo ancora né un fidanzatino né tanto meno uno spasimante, sospiravo dietro alle mie compagne accoppiate o corteggiate. Fortunate che erano! Già, perché il loro legame, o la corte cui presumibilmente esse erano candidate, sarebbe potuto frantumarsi anche a mezzanotte e un minuto, giacchè ai miei occhi di preadolescente il privilegio di cui quelle godevano consisteva unicamente in quel giorno di ricevimento di un dono da parte di un compagno/pretendente.

    Ci sarebbe stato da chiedersi se la stessa cosa valeva anche per i maschietti…

    In Giappone pare che siano solo le donne ad avere pensieri dolci verso gli uomini, non esclusivamente verso il partner, ma anche nei riguardi di colleghi di lavoro o di compagni di scuola, per i quali confezionano appositamente cioccolatini, biscotti e dolciumi vari.

    In Italia, come ben sapete, c’è un cioccolatino in particolare che è ormai una vera e propria istituzione, il minimo che ci si possa aspettare di ricevere o che ci si debba affrettare a comprare al primo bar a tiro per non lasciar passare la festa inosservata. E tutto questo mentre sempre molte più donne che si ritengono emancipate, ostentano una critica disincantata di questo rituale pagano che non ha neanche la metà della passione che hanno altre simili battaglie ideologiche (vedi quella contro il giorno della donna).

    Ma è proprio tutto acciaio quello splende da queste amazzoni fiere e un po’ inaridite? Non ci metterei la mano sul fuoco. Diciamo pure che glié piace tanto chiacchierà ma se ricevono un cadeau si guardano bene dal rifutarlo; nel caso in cui invece non lo ricevono, ci rimangono male come le altre comuni mortali.

    Schizzofrenia? Identità bipolare? No, semplicemente femminilità. E tutti gli uomini sono avvisati.

    Nel 1992 esce in libreria Men are from Mars, Women are from Venus, dello psicologo americano esperto in problemi di coppia John Gray. Un libro rivelazione che con un linguaggio alla portata di tutti, sfruttando la visionaria intuizione di due diversi pianeti da cui proverrebbero maschi e femmine eterosessuali, riesce in un’impresa in cui tanti prima di lui si erano cimentati senza mai avere successo: spiegare le differenze psicologiche tra uomini e donne e offrire delle soluzioni pratiche di decodifica comunicativa (chi viene da due pianeti differenti non può che parlare lingue differenti) nonché piccole ma preziosissime accortezze comportamentali per non incorrere nelle solite, ataviche incomprensioni.

    In una discussione tipo, di quelle che fanno gola agli sceneggiatori di commedie brillanti, lei accusa lui di non ascoltarla e lui le rinfaccia di volerlo cambiare. A quanti di voi non è successo? Nel dizionario marziano/venusiano e viceversa queste frasi – un po’ come per la negazione spocchiosa della festa di San Valentino da parte delle emancipate di cui sopra – suonano in tutt’altro modo: in realtà lei vorrebbe solo essere ascoltata, perché le donne, per loro stessa natura, definiscono se stesse attraverso i rapporti interpersonali, quindi la parola, la messa in comune di stati d’animo e di situazioni che stanno vivendo, e in un tale panorama di protagonismo dialettico, poco importa se l’altro può dar loro un consiglio: l’obbiettivo è accrescere l’intimità, il che, già di per sé, è motivo di grande soddisfazione. Ma gli uomini tutto questo non lo sanno: definiscono il proprio senso di sé in base ai risultati che possono ottenere, quindi se la propria compagna o chicchessia espone loro un problema, quelli si sentono in dovere di trovare una soluzione, e se non ci riescono o vengono respinti, si sentono inutili, perchè la loro funzione è finita. In più, l’ascolto in sé si dimostra insopportabilmente noioso, anche perché le donne si perdono in mille dettagli. A che serve un’esposizione così esaustiva se non ti vanno bene i miei consigli?

    Le donne che vogliono cambiare gli uomini sono un altro classico, e non sto parlando di sindrome da principe azzurro, bensì di un atteggiamento costantemente propositivo che finisce col soffocare il partner. Anche questo è dovuto ad una deformazione costituzionale: le donne sono abituate ad anticipare i bisogni degli altri, quindi il loro riversare consigli non richiesti a gogò, è semplicemente sintomo di interesse. Ovviamente la cosa assume un altro significato agli occhi degli uomini, che al contrario usano elargire consigli solo su richiesta (esplicita da un altro uomo, supposta da una donna) e solo per giungere ad una soluzione; tra l’altro gli uomini danno molta importanza alle competenze, quindi se un uomo non chiede consigli perché crede di non avere alcun problema o perchè, se ce l’ha, vuole risolverlo da solo per non venir meno a questa sua dote innata di potere ed efficienza, per quale altra ragione la donna dovrebbe suggerirgli qualcosa se non perché non le sta bene com’è fatto?

    Mai come in questi casi vale quindi più la forma del contenuto, e anche Gray si appella alla prima per far correggere il tiro alle sue coppie. Siccome né gli uni né gli altri sono stati dotati di un traduttore istantaneo dal marziano al venusiano e viceversa – più comunemente: nessuno dei due ha la sfera di cristallo – basta sforzarsi di rendere noto all’altro le proprie intenzioni con sincerità, amorevolezza e tatto.

    Un copione tipo prevede anche dei cambi di scena: quelli che Gray chiama la caverna per l’uomo e il pozzo per la donna. I marziani affrontano lo stress chiudendosi nel mutismo e nella riservatezza, è il loro modo tutto maschile di riflettere sul problema o, se proprio non riescono a risolverlo, di accantonarlo tuffandosi in uno spazio proprio – TV, videogiochi, lettura, palestra ecc. – che li allontani da tutto e da tutti, anche dalla propria compagna. È una cosa necessaria e sana, ciclica quindi inevitabile, che la donna dovrà imparare a rispettare e a gestire senza cadere in depressione e pensare che sia sintomo di un problema di coppia, e per nessun motivo dovrà forzare la caverna, perché le si ritorcerà contro. Il punto, per gli uomini, non è infatti non riuscire ad aprirsi come la donna vorrebbe, ma farlo nel momento in cui quella glielo chiede. Basterebbe semplicemente che l’uomo la avvisasse di questo spazio che si sta prendendo per sé, che la rassicurasse specificando che non ha nulla a che vedere con il loro rapporto, e soprattutto che specificasse che tornerà da quella caverna, e che tutto ritornerà come prima.

    Le venusiane, dal canto loro, quando non sono soddisfatte di se stesse non sono neanche capaci di apprezzare il partner. Sono come onde che devono gonfiarsi e infrangersi per poi tornare alla calma piatta. Anche questo è un bisogno ciclico e irrinunciabile proprio come per ogni uomo lo è la discesa nella caverna. Se non riesce ad accettarlo e a far uscire con tutta la veemenza di cui è capace questi sentimenti negativi, andrà incontro a sicure frustrazioni (vedi le coppie che sono sempre andate d’amore e d’accordo fino a un improvviso divorzio). In queste occasioni l’uomo dovrà dimostrarle tutto il suo appoggio: dovrà, cioè, permetterle di toccare quel fondo per poterne risalire rinvigorita.

    Tutte chiacchiere teoriche? Non direi. Durante il periodo in cui mi sono dedicata alla lettura di questo libro, ho infatti provato d’istinto a tradurre i comportamenti del mio compagno, e ad adottare le accortezze che Gray suggeriva di mettere in pratica nella vita di tutti i giorni, e per un po’ siamo andati sorprendentemente d’amore e d’accordo. Purtroppo solo io avevo letto il manuale, quindi solo io seguivo il dizionario marziano/venusiano. Se da un lato questo ha evitato tanti miei fraintendimenti e ha favorito molti miei accomodamenti, dall’altro non ha impedito che giungesse puntuale la mia richiesta di ascolto e il mio momento del pozzo. In altre parole: i limiti e gli sforzi per far comunicare bene marziani e venusiani devono essere comuni.

    Mettiamola così: uomini, a San Valentino fatelo comunque un pensierino alle vostre compagne, ma non dimenticate di dire che è solo per una sorta di pigro rispetto delle tradizioni, perché per quanto riguarda i vostri sentimenti, non avete certo bisogno di una ricorrenza sul calendario.

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