‘Ed io non ci sto’ del cantautore catanzarese Lando Montalto VIDEO

Un viaggio fra le strutture di questo Novecento, sicuramente ostinatamente contro


Con una canzone sicuramente forte, il cantautore catanzarese Lando Montalto si riaffaccia sulla scena, con Ed io non ci sto, brano numero 3 dell’album Verità distorte.

Un viaggio fra le strutture di questo Novecento, un viaggio sicuramente ostinatamente contro, quello che Lando sembra aver intrapreso con un testo tutt’altro che timoroso ma accompagnato da una musica che, forse, tinge di malinconico lo sguardo con cui Montalto guarda al mondo. 

Forse fuori tempo, e quindi coraggioso, Lando si lancia nell’arringa contro il razzismo travestito di necessità (Logorati dall’infanzia/Sul colore della pelle/Ci hanno insegnato a fare guerra/Odiare un nostro simile/Ed offendere la terra), contro burattini e burattinai, verso una prepotenza dilagante e di imposizioni mentali: possiamo sembrare così liberi… e forse apparire così manovrati, rinchiusi in schemi mentali tipici di tempi così tristi. (E la storia si ripete/Chiudono porti e casseforti/Ma più chiusa della mente non c’è niente/Si nasce puri senza idee).

Ma, negli occhi del cantautore, non v’è nessuna sfiducia verso una società che, è vero, ci raccoglie un pò tutti in questo grande abbraccio, sicuramente scomodo, certo, ma assolutamente consapevoli di non poter svincolarsi dalla necessità di capire che, chi ci vive accanto, altro non è che colui con il quale ci si dovrà confrontare e dal quale non si potrà fuggire. Ed in un mondo che di spazio ne concede poco, è nell’immensità delle occasioni che regalano, invece, le relazioni umane che questo spazio può diventar infinito. Ed io non ci sto, più che un grido anarchico, vuol cogliere le voci in una corsa d’istinto verso l’irrazionale, la fede più intima, l’ideologie, e nel sentimento, quali espressioni più alte dell’irrazionale che non si lega a degli schemi, a delle strutture, a delle imposizioni (La Santa Inquisizione), ad una grande scacchiera in cui siamo le pedine del mondo. Come se nell’irrazionale, nell’istinto, nella solitudine capace di  restituirci poi rapporti nuovi e più veri, nel rifiuto di ogni ragion di stato, forse, potesse rintracciarsi una nuova libertà. (Sempre sotto osservazione/Chiusi dentro quattro mura/Basta mettersi in disparte/Per capire cosa c’è che non funziona/In questa società cialtrona).