Politeatro Il Minore: Brecht, Lucullo e ‘le guerre che sono schifezza’

In via Fontana Vecchia il primo dei quattro spettacoli in programma della rassegna 'I racconti di Enzo Corea – Luci e ombre della Storia'


«Noi siamo qui per contratto. Voi, che scusa avete?». E’ cominciata con una battuta di Boris Makaresko la serata di riapertura del politeatro Il Minore, in via Fontana Vecchia. L’occasione è stato il primo dei quattro spettacoli in programma della rassegna “I racconti di Enzo Corea – Luci e ombre della Storia”, un poker di appuntamenti della Cooperativa Edizione Straordinaria ispirati dal ritrovamento delle registrazioni di alcuni radiodrammi del padre del direttore artistico della rassegna e regista Salvatore Emilio Corea

In apertura di serata, Corea con al fianco Giampaolo Negro e Pasquale Rogato – della compagnia del Teatro di Mu -, ha raccontato la genesi dell’intero progetto, introducendo i vari appuntamenti in cartellone per la rassegna, ma anche quelli delle altre iniziative che si svolgeranno pure in altre sedi, come al Teatro Comunale, e la nuova edizione di St.Art, la rassegna di teatro contemporaneo. 
Tornando alle Luci e ombre della Storia, venerdì sera è stato il turno di “Mi comandava Roma” che ha preso spunto dall’Interrogatorio di Lucullo di Brecht, per raccontare che «tutte le guerre sono una schifezza», come ha commentato il regista, in scena anche lui nel ruolo del protagonista, il generale Lucio Licinio Lucullo.

Al numerosissimo pubblico che ha affollato la sala del Minore, al Centro polivalente per i giovani – con caratteristiche. Con espedienti curiosi e acchiappa-attenzione – una giornalista che introduce il processo, momenti fotografati come da turisti, un coro singolare -, le accuse e l’augurio che sia sempre così anche per le puntate a venire -, si è pensato di presentare degli esperimenti scenici, dei veri e propri banchi di prova soprattutto per i partecipanti del laboratorio Scuola di teatro Enzo Corea che con l’aiuto di pochissimi ed essenziali elementi già al primo appuntamento hanno saputo ricreare le atmosfere raccontate, con rapidi cambi di registro, rappresentando i vari personaggi puntando su piccole le difese del generale romano si sono susseguite, tracciando un profilo chiaro, non tanto suo quanto della guerra, appunto. Che viene come sempre scritta dai vincitori, e che anche ai tempi della gloriosa Roma, se non si avevano santi in paradiso era difficile che distribuisse giustamente i meriti. 

Buona come sempre la prova del Teatro di Mu – oltre a Negro e Rogato c’era anche Annalisa Lamanna -, e promettente quella del Laboratorio Enzo Corea, rappresentato in scena dalle brave Anna Ripolo, Chiara Impresa, Chiara Tallini, Giorgia Teti e Valentina Mazzei

Prossimo appuntamento è il 29 dicembre con “29 dicembre 1170”, sulla figura dell’arcivescovo cattolico inglese Thomas Becket

Carmen Loiacono