Carnevale a Pontegrande: maschere, coriandoli e tanta semplicità

Il parroco Don Carlo Davoli: 'E' una festa che ci ci ricorda l’importanza di sorridere di fronte al primo raggio di sole"

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C’era un tempo in cui bastava un cappello vecchio, due baffoni disegnati sul viso con i carboni ed una gran pancia fatta col guanciale. Per le strade trombette, cimbali, tamburi e piatti facevano da colonna sonora per coloro che scendevano e salivano per la via principale. Una gran festa, c’era chi suonava bene, chi male e chi cantava forte. Cos’è il finimondo? Recitava lo sbadiglio di una persiana con colui che, incuriosito, sbirciava dalla finestra. No, è la risposta delle maschere e delle mascherine, è semplicemente la storia di follia di una giornata di Carnevale.

Quanto tempo è passato dai ricordi dei nostri padri, dei nostri nonni. Eppure il tempo lì sembra essersi fermato.

Sabato a Pontegrande un silenzioso pomeriggio pian piano si è colorato, da nord a sud del quartiere, con i colori dei coriandoli e delle mascherine, ha visto le famiglie accompagnare i loro bambini nei locali dell’ex circoscrizione per la festa più colorata dell’anno organizzata dalla Parrocchia “Maria Immacolata” e dall’Associazione “Amica”.

Il parroco di Pontegrande, don Carlo Davoli, ha dichiarato che l’idea di organizzare una festa per i bambini del quartiere e della comunità parrocchiale di Pontegrande è nata perché il Carnevale ci ricorda l’importanza di sorridere di fronte al primo raggio di sole, di rompere le regole quando la quotidianità ci incatena in abitudini che cambiano il nostro umore e rende cupo il nostro cuore, e poi – continua a raccontare il parroco – provate a spiegare il sorriso di un bambino a parole.

Non solo coriandoli, stelle filanti e mascherine, ma tanta animazione con balli, giochi di gruppo, la semplicità delle bolle di sapone e la dolcezza dello zucchero filato. Un pomeriggio all’insegna del divertimento per grandi e piccini con la presenza delle due mascotte, Bing e Lol Surprise, che hanno fatto da cornice alla sfilata di tutti i bambini presenti, mostrando ai presenti il proprio costume di carnevale.

La presidente dell’Associazione “Amica”, Luisa Corticelli, racconta che, quando don Carlo le ha chiesto la collaborazione per l’organizzazione della festa di carnevale, non ha esitato ad accettare di ospitare l’evento. La cooperazione e la collaborazione sono elementi distintivi della sua associazione perché ci permettono di tornare alla nostra vera natura rimettendo al centro dei nostri giorni la forza della dolcezza. Cooperare e collaborare – continua la presidente Corticelli – invece di competere significa saper accogliere e sviluppare ogni progetto buono proposto dall’altro, accudire e proteggere quella fragile voglia di stare insieme che i tempi moderni, pian piano, ne fanno dimenticare il profumo ed il piacere.

Fa eco alle parole della presidente Carlo Armignacca, socio dell’associazione, il quale sottolinea che non è mai troppo tardi cercare speranzosi di creare una società migliore con la collaborazione di tutti, perché, in fin dei conti, siamo tutti compagni di viaggio.

 

 

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