Pale Blue Dot, il corto di Matteo Scarfò con riprese dalla Sila che fa il giro del mondo

Anche diversi catanzaresi tra i componenti dello staff

La sua selezione a uno dei più importanti festival della fantascienza mondiali, il Trieste Science + Fiction Festival, è solo l’ultimo tassello di un viaggio di apprezzamenti che sta portando “Pale Blue Dot” in tutto il mondo.

Il cortometraggio di Matteo Scarfò – già autore del lungometraggio “L’ultimo sole della notte”, pure presentato a Trieste, ne abbiamo scritto qui – negli ultimi tempi ha fatto incetta di premi e riconoscimenti, con una storia ambientata come il suo precedente in un futuro remoto – qui ancora di più -, fatto di robot terrestri, nuove razze umane, esploratori dello spazio ed estinzioni di massa.

Il titolo fa riferimento alla famosa foto del 1990 scattata alla Terra da una distanza di sei miliardi di chilometri dalla sonda Voyager 1: a tal propositol’astrofisico e scrittore Carl Sagandescrisse il Globo come appunto un “pallido puntino azzurro”, a sottolineare la sua quasi impercettibile presenza – «un granellino solitario», disse – nell’immenso blu del cosmo, per cui il nostro unico compito è preservarlo nella sua unicità.

Prodotto da Matteo Scarfò, Giovanni Scarfò, Francesco De Laurentiis e Joe Verni, “Pale Blue Dot: a tale of twostargazers”  è stato girato in parte nel Lazio, in parte in Sila: molti componenti dello staff, artistico e non, sono infatti calabresi – ci sono anche catanzaresi.

Nel cast ci sono Valeria Belardelli nel ruolo di Gladia, Francesca La Scala nel ruolo di Vasilia, Alessandro Damerini nel ruolo di Robin, Enzo De Liguoro nel ruolo di AtanVilnios, Lucia Cristofaro nel ruolo della Madre di Gladia, Roberto Stranges nel ruolo del Padre di Gladia.

«L’opera è girata in inglese per arrivare ai festival e ad un pubblico internazionale, perché si tratta di unastoria senza confini, ma è realizzata interamente da artisti italiani – ha avuto modo di dire Scarfò -.

Ho scelto imagnifici paesaggi della Sila e dei boschi e delle scogliere laziali di Terracina per rappresentare una Terra intoccata, fatta di natura selvaggia e affascinante, piena di mistericonservati dalla notte dei tempi, come un qualcosa che potesse ispirare l’Umanità anche in tempilontanissimi nel futuro».

«Ho voluto parlare del futuro che stiamo riservandoalla nostra Casa – ha aggiunto il regista e sceneggiatore calabrese -, ma anche dei conflitti che fanno parte della nostra natura umana, del potere che porta alla violenza e allo sfruttamento e di intelligenza artificiale.

Ho sottolineato anche come siamo portati a provare e realizzare cose meravigliose, oltre ogni immaginazione e superando i nostri confini, e di come questi sentimenti di unità potrebbero essere più forti della violenza».

Solo qualche giorno fa Scarfò e i suoi hanno festeggiato con Pale Blue Dot i premi come Miglior Colonna sonora (di RuslanPerezhilo), Miglior Trucco (Nadia Mastroieni) e Migliori Effetti speciali (Roberto Stranges) al Neptune Media Awards.

Si tratta degli ultimi riconoscimenti appena arrivati, che si sono andati ad affiancare alle vittorie aFalvaterra film festival, Roma short film festival, The blackpanther short film festival, Andromeda film festival, oltre alle selezioni per il New York Tristate International Film Festival e il Decima short film festival di Roma. Ora attendiamo di vederlo anche alle nostre latitudini.