Sogno e follia, il Don Chisciotte di Alessio Boni convince il pubblico del Politeama foto

Tra Alessio Boni e Serra Yilmaz (Sancio Panza), ad avere la meglio sul pubblico è stato Ronzinante, Biagio Iacovelli, il cavallo di Don Chisciotte

Portare in scena un classico della letteratura internazionale è sempre un rischio. Ancora di più quando si tratta di un testo apparentemente “facile”: Don Chisciotte di Miguel de Cervantes Saavedra è un’ode al sogno, con protagonista un sognatore per eccellenza, per cui portarlo in scena – luogo ideale di rappresentazione dei sogni stessi -, può giocare tranelli e insidie che potrebbero comprometterne proprio il senso. La produzione di Nuovo Teatro in programma ieri sera sul palco del Teatro Politeama è invece riuscita nell’intento, offrendo un ritratto del cavaliere spagnolo ai tempi del re Filippo III, perfettamente a cavallo tra sogno e follia, vita e morte. Merito dell’adattamento di Francesco Niccolini e della regia a tre di Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Alessio Boni, quest’ultimo in scena anche nei panni del romantico protagonista. E merito soprattutto degli interpreti, tutti. Oltre allo stesso Boni – bravo, è parso in particolare forma -, ci sono stati i secondari a fare perfettamente da quadro a una recitazione di livello: dallo stesso Prayer nella parte dell’incappucciato e del curato, alla duchessa e Antonia sorella di Don Chisciotte Liliana Massari, passando per il dottore Pietro Faiella, finendo alla governante Elena Nico, tutti hanno vestito i ruoli dei vari personaggi – almeno due diversi ciascuno -, rivelando un forte affiatamento, maturato certamente nei tre anni dal debutto dello spettacolo con le numerose repliche che sono seguite.

Don Chisciotte

Non si può non fare poi un accenno alla parte comica di questo “Don Chisciotte”, quasi interamente affidata a Serra Yilmaz: l’attrice turca e turchese – per la tinta dei capelli -, nota per essere interprete feticcio del suo connazionale Ferzan Özpetek, è andata in scena nei panni del fido Sancio Panza, lo scudiero-zanni, maldestro, interessato solo a mangiare e arricchirsi ma dal cuore infinitamente grande. In scena Yilmaz ha mantenuto la sua parlata da “straniera” e si è prestata a momenti che sono riusciti a strappare più di una risata: come i battibecchi con la “moglie” – interpretata da un attore, in perfetto capovolgimento dei ruoli tipico dei canovacci della commedia dell’arte -, che da un palchetto l’apostrofava con espressioni e cadenza tipici delle nostre parti, ma anche con la mimica, perfetta per il compagno di avventura dell’hidalgo Alonso Chisciano.

Don Chisciotte

C’è poi da dire che tra Alessio Boni – che non ha bisogno di presentazioni -, e la Yilmaz, ad avere la meglio sul pubblico è stato Ronzinante, il cavallo di Don Chisciotte: è lui la vera star dello spettacolo. Manovrato dal suo interno da Biagio Iacovelli – le scene sono di Massimo Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito – , ha una struttura tale che permette non solo che venga mosso in lungo e in largo sul palcoscenico con facilità, ma anche di essere montato in sella dal cavaliere errante: in più, e qui c’è tutta la magia, l’attore al suo interno (che nitriva pure) poteva muoverne il capo in maniera naturale, così come la coda e finanche le orecchie. Per intenderci: a primissima vista Ronzinante può sembrare in tutto e per tutto un cavallo in carne e ossa al quale tra l’altro, come a un personaggio tout court, è affidato l’aspetto più tenero nel suo rapporto con Don Chisciotte. Bellissimo.
E bellissimo anche il Teatro Politeama: vedere ieri sera le file di poltrone di nuovo piene e un pubblico divertito faceva bene al cuore.