Regione, ora il Centrodestra mostra i muscoli

La scelta di Gentile potrebbe rafforzare l’azione di un’opposizione finora disorganica e rilanciare la coalizione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali

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    Era dai tempi di Scopelliti governatore che il centrodestra calabrese non dava i segnali di vitalità che ha ripreso a dare in questi ultimi giorni. La decisione del sottosegretario Tonino Gentile di lasciare Ap, escludere un’intesa con il Pd e riabbracciare Forza Italia ha già “terremotato” il quadro politico in vista delle elezioni al Parlamento, ribaltando completamente assetti e scenari, ma avrà un forte impatto anche sugli equilibri alla Regione, perché è presumibile che adesso cambieranno anche i rapporti di forza nell’aula di palazzo Campanella.

    Il contesto – Il dato di sintesi racchiuso nel ritorno di Gentile – e quindi anche del senatore Piero Aiello e dei rispettivi consistenti gruppi – nell’alveo da molti definito naturale del centrodestra è quello di un’opposizione in consiglio regionale destinata a “saldarsi”, mettendo alle spalle le divisioni di questi primi tre anni di legislatura. E’ stato chiaro a tutti che dopo le Regionali 2014 nell’assemblea legislativa calabrese si sono di fatto configurate ben tre minoranze diverse nel rapporto con la maggioranza Pd-centrosinistra: un’opposizione “radicale”, un’opposizione istituzionale e un’opposizione molto “soft”. In quest’ultima categoria si è posizionato il gruppo espressione dell’allora Ncd guidato da Tonino Gentile e rappresentato dal fratello maggiore Pino, da Giovanni Arruzzolo e da Baldo Esposito, gruppo che, anche in coerenza a una dinamica politica nazionale, verso la maggioranza del governatore Mario Oliverio ha tenuto un atteggiamento di “non belligeranza”, fornendo spesso al balbettante Pd qualche salvifica “stampella” per reggersi in piedi e ottenendo, in cambio, qualche postazione di rilievo (la vicepresidenza del Consiglio e la presidenza di una commissione permanente). Alla luce degli ultimi clamorosi sviluppi, con lo “strappo” di Gentile, è presumibile ritenere che adesso i consiglieri Ncd-Ap si preparino a parlare un linguaggio molto simile a quello del resto della minoranza, e d’altronde la “professione di fede” fatta da Arruzzolo, Esposito e Nazzareno Salerno in favore di Forza Italia alle prossime elezioni potrebbe essere la base su cui costruire un blocco comune con gli altri gruppi all’opposizione, quello forzista con Alessandro Nicolò, quello della Cdl con Franco Cannizzaro e Gianluca Gallo, e il gruppo misto con Wanda Ferro, Fausto Orsomarso e Mimmo Tallini. E in più, la recente adesione di un altro oppositore finora “soft”, Ennio Morrone, all’Udc, schierato sempre nel centrodestra, è un altro elemento che potrebbe inserirsi in questa nuova configurazione della minoranza.

    Gli scenari – Sul piano dei numeri ovviamente il centrosinistra e il governatore Oliverio non sembrano rischiare, ma è da qualche mese che nella maggioranza si stanno registrando molte insoddisfazioni e varie “smagliature” e non manca chi – une esempio, il consigliere ex “Oliverio Presidente” Vincenzo Pasqua – viene indicato dai “bene informati” come una prossima “new entry” nel centrodestra. E le Politiche del 4 marzo potrebbero rappresentare uno “nodo” decisivo negli assetti politici in Calabria: l’eventuale vittoria elettorale di una coalizione di nuovo granitica come 7-8 anni fa potrebbe indebolire la già zoppicante azione del Pd e del centrosinistra e galvanizzare ulteriormente un centrodestra che non fa mistero di aver messo nel mirino anche le Regionali del 2019 e il decimo piano della “Cittadella”. E per il Pd e il centrosinistra l’ultimo scorcio di legislatura regionale potrebbe trasformarsi in una “guerriglia” permanente e pericolosa.

    Antonio Cantisani

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