La VC del Galluppi saluta commossa la sua ‘scuola di vita’

Ringraziamenti per tutti con un bellissimo recital 

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    Hanno avuto un pensiero per tutti, gli allievi della quinta C della scuola primaria annessa al Convitto “Galluppi” diretto da Amelia Roberto. Nel prendere commiato dalla scuola, dai compagni e soprattutto dagli insegnanti che li hanno visti crescere, ed in particolare modo dall’adorata maestra Pina Durante che li ha tenuti per mano sin dal loro ingresso in prima, hanno deciso di dedicare, venerdì pomeriggio, il loro recital di fine anno a tutti coloro che hanno contribuito (e lo fanno ancora) al loro percorso di crescita. Ai nonni, innanzitutto, ai quali si è legati da un rapporto imperituro per la serenità che sono capaci di trasmettere: ed è stato esilarante assistere ad un dialogo in vernacolo tra due “improbabili vecchietti” che ancora si divertono a prendersi in giro, l’uno nel tentativo inutile di scartare una caramella che neanche può mangiare, l’altra nel ricordare al marito come la lucidità, ad una certa età, sia ormai un optional. E poi, inevitabilmente, ai genitori, alle mamme indistruttibili- omaggiate da poesie scritte di loro pugno e dalla canzone di Edoardo Bennato, “Viva la mamma” – ed ai papà, che dall’istante in cui porgono il dito nella mano minuscola dei figli appena nati, creano un rapporto di “alterità” alla mamma destinato a durare per sempre. Per i compagni di avventura, con i quali si sono condivisi i piccoli traguardi ma anche gli insuccessi che servono pure a maturare, la scelta è ricaduta su “Amico è” di Dario Baldan Bembo , a suggello di una relazione che si è consolidata negli anni, e che senza dubbio li porterà anche da grandi a conservare il ricordo dei primi veri amici incontrati nel percorso di vita. La commozione è arrivata all’apice quando i balli, i canti e le poesie composte con spontaneità dagli allievi hanno avuto gli insegnanti – Elisa Pizzi, Angela Truglia , l’educatore Gaetano Dattilo e Giuseppina Durante, per tutti la “maestra Pina” – come destinatari. Nel ricomporre il puzzle della famiglia mancava, infatti, l’ultimo tassello: quello dei maestri di scuola e di vita, “che ti prendono per mano, ti toccano la mente e ti aprono il cuore”. Nessun docente, negli anni a venire, lascerà mai il segno come i maestri incontrati nella prima fase del percorso scolastico, perché è proprio in quel contesto che si scoprono i talenti, si affina la capacità di coltivare relazioni autentiche e si perseguono i valori umani più sinceri. A condensare il rispetto nei confronti degli altri, l’autenticità e la spontaneità nel vivere le proprie emozioni, ai quali i ragazzi della V C sono stati abituati, è stato il pianto liberatorio che ha investito tutti nel gettarsi al collo della maestra Pina, salita sul palco per salutare i suoi indimenticabili alunni e la scuola tutta, essendo ormai giunta alla fine della carriera. “Non abbiamo creato delle star, ma degli uomini con sentimenti veri, che hanno imparato ad aiutarsi l’un l’altro – è stato il commento, tra le lacrime, della maestra Pina – Sono stati loro ad aver dato a me, ed un pezzo del mio cuore se ne va via con loro”. D’altronde, che quella fosse una giornata destinata a rimanere nella memoria degli insegnanti, degli alunni e dei loro genitori giunti in gran numero ad applaudirli, era alquanto palpabile: di sicuro il bagaglio che gli alunni della V C si porteranno dietro sarà colmo di buoni sentimenti e di tutto ciò che viene dalla profondità di cuore, che solo chi è educato a riconoscerlo può sinceramente apprezzare. Basti solo pensare all’accoglienza che gli alunni hanno riservato in questi anni ai tre compagni di origine filippina – AJ, “il gigante buono”, che ha voluto essere presente nonostante fosse febbricitante; Mico, soprannominato l’ingegnere per la straordinaria visione dello spazio che lo caratterizza, e Nika, la perfezionista, dotata di grande ostinazione nell’apprendere. A loro, come riconoscimento delle indubbie capacità canore, e dell’amabilità con la quale si sono sin da subito posti nei confronti dei compagni, diventando parte integrante della classe, hanno lasciato il compito di concludere il recital, con una interpretazione da brivido della celebre “ Perfect” di Ed Sheeran. Tutto, infatti, è stato perfetto, e non solo perché gli alunni sono stati liberi di scegliere il loro repertorio e di crearlo- alle maestre hanno addirittura dedicato una canzone rap composta qualche ora prima- ma perché si sono divertiti, hanno riso e pianto per il distacco ed hanno compreso che essere sempre “autentici” è la vera perfezione alla quale aspirare.

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