Armonie d’Arte, in scena il genio e la rivoluzione di Rossini

Parte di un progetto più ampio dedicato ai giovani che contemplava anche omaggi a Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini

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    Il genio e la rivoluzione di Gioacchino Rossini ripercorsi attraverso le sue opere maggiori e meno, con accenni musicali, battute coinvolgenti e interazioni con il pubblico. E’ “Cantiere Opera” , l’insolito spettacolo andato in scena ieri sera per il diciottesimo Armonie d’arte Festival, al Parco Scolacium. Roccelletta di Borgia ha così ospitato  l’omaggio a uno dei maggiori compositori della storia della musica portato in scena da Elio – quello di Elio e le Storie tese, progetto che ha dato l’ennesimo definitivo, quindi forse, addio alle scene lo scorso giugno -, e da Francesco Micheli.

    Parte di un progetto più ampio dedicato ai giovani che contemplava anche omaggi a Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini, l’idea alla base della proposta è la restituzione di quella popolarità che le è propria all’opera lirica: nata come espressione delle masse, con i decenni – gli ultimi a dire il vero e quasi esclusivamente in Italia –, l’opera è stata ingabbiata in un’aura di intellettualità e inaccessibilità ai più, colta, assai colta. E invece, come perfettamente dimostrato in maniera anche fin troppo ironica, quelli che oggi purtroppo si pensano compositori di tempi andati – “matusa” li ha definiti Elio sul palco -, sono le star dei loro anni (Rossini compose il Barbiere di Siviglia a 24 anni, per intenderci).

    Tornando allo spettacolo, con un’impostazione molto televisiva , Elio e Micheli hanno cercato – riuscendoci – di fare da guida in un mondo fatto di arie famose, aneddoti, parole chiave, con l’obiettivo di evidenziare la familiarità con la personalità e le composizioni in questo caso di Giacchino Rossini, il cosiddetto Cigno di Pesaro, anche ai giorni nostri. Accompagnati al pianoforte da Simone Soldati e allietati dalle incursioni del soprano Laura Macrì, Rossini-Elio viene spogliato “dei panni accademici”, e portato per mano con non poca ironia in un’avventura “spiritata” che spinge addirittura il narratore Micheli a “pogare” come ai concerti rock con il compositore. Un tipo da migliaia di like, questo Rossini, eclettico nei vari generi affrontati, geniale e piacione: Micheli ed Elio salutano il pubblico divertito con l’accostamento a un altro eclettico, geniale e piacione, questa volta contemporaneo, Stanley Kubrick, il regista che nel suo capolavoro, “Arancia meccanica” affondò a piene mani proprio nel “Guglielmo Tell” e ne “La gazza ladra” del pesarese. Come a dire che siamo sempre frutto dei nostri predecessori.

    Carmen Loiacono

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