Guardia costiera sequestra reti da pesca non ammesse

Reti tipo “tremaglio” della lunghezza complessiva di circa 300 metri erano adoperate da pescatori sportivi o abusivi e non per pesca professionale

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    Continua l’attività di polizia marittima, finalizzata al controllo della filiera della pesca e della sicurezza della navigazione, da parte dei militari della Guardia Costiera di Soverato, coordinati dal comandante Claudia Palusci. Nelle mattinate del 3 e 5 luglio – si legge in una nota della Guardia Costiera- il personale della dipendente Motovedetta CP 769, in servizio di pattugliamento marittimo nelle acque di giurisdizione del Circondario Marittimo di Soverato, a seguito di alcuni accertamenti, sottoponeva a sequestro due reti da pesca tipo “tremaglio” della lunghezza complessiva di circa 300 mt in quanto adoperate da pescatori sportivi o abusivi. La corretta osservazione della normativa in questione è di notevole importanza per scongiurare il grave pericolo alla navigazione e lo sfruttamento incontrollato delle risorse ittiche. Di tutte le reti da posta, il “tremaglio” è l’attrezzo meno selettivo e quindi di notevole impatto sul prelievo della fauna marina; si tratta di una grande parete di rete che può essere sistemata appena al di sopra del fondo marino quando si vogliono pescare pesci pelagici ad una certa profondità dalla superficie e viene spesso impiegata nella pesca costiera. Il tremaglio è confezionato con filato molto sottile e questo agevola “l’ammagliamento” del pesce al solo contatto con le pinne. Considerato che l’utilizzo di tale attrezzo è ammesso esclusivamente nell’ambito della pesca professionale, da esercitare a bordo di unità navali all’uopo specificatamente autorizzate dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, agli utilizzatori sono state comminate due sanzioni amministrative per un totale di duemila euro. Le attività di controllo da parte degli uomini e delle donne della Guardia Costiera proseguiranno e saranno intensificate nei giorni a seguire, per assicurare il rispetto delle norme in materia di corretto esercizio delle attività di pesca, ma anche e soprattutto in materia di sicurezza della navigazione e della balneazione garantendo, al contempo, la salvaguardia della salute pubblica e la tutela delle risorse biologiche.

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