Nuovo quartetto e classe musicale immutata per Pat Metheny

Successo ed entusiasmo alla Scolacium

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    L’entusiasmo del numerosissimo pubblico presente ieri sera al Parco Scolacium per l’appuntamento del Festival Armonied’arte è il perfetto biglietto da visita per l’atteso concerto del chitarrista americano Pat Metheny, per lui un ritorno in Calabria.  

    Tra gli eventi di punta dell’edizione di quest’anno, ancora di più di Caetano Veloso che lo aveva preceduto solo qualche giorno fa, Pat Metheny ha saputo raccogliere a Roccelletta tantissimi appassionati e amanti della musica provenienti da tutta la regione e non solo, italiani e stranieri: un pubblico variegato che è stato parte integrante dell’esibizione stessa, il quinto strumento in più che ha fatto la differenza. Il perché di tanto fervore era, diciamolo, più che giustificato, di fronte a uno dei maggiori compositori dell’ultimo secolo, un eterno ragazzino, sempre in T-shirt a righe, fine e attento virtuoso delle sei corde, che nonostante il successo e gli anni che passano ha continuato a innovare, sperimentare, e ispirare, senza perdere neanche un briciolo dell’entusiasmo nell’intrattenere il suo pubblico le cui aspettative non sono mai disattese. Così è stato anche ieri sera: sul palco, Metheny si è presentato con il suo nuovo quartetto – oltre allo straordinario batterista che lo affianca da tempo Antonio Sanchez, c’erano la contrabbassista Linda May An Oh e il pianista Gwilym Simcock -, e ha affrontato per circa due ore una ricca selezione dei maggiori e meno noti classici del suo repertorio, rinverditi. Non sono mancate “Third wind”, “Something to remind you”, “Change of heart”, tra le altre. Il chitarrista si è alternato anche in duetti con i singoli elementi del quartetto – spettacolari i momenti di dialogo con Sanchez -, lasciando puntualmente senza parole l’attento parterre. In chiusura, acclamato a più riprese sul palco, ha dedicato il suo secondo encore a un lungo solo con la chitarra acustica e un medley dei suoi brani più famosi, da “Last train home” a “Song for Bilbao”, a “This is not America”, composto insieme a David Bowie. L’immagine dei presenti in piedi, euforici, di fronte alla maestosità di un sola chitarra in un parco così vasto e magico, è stata davvero impressionante. Un qualcosa di cui sono capaci solo i grandi, quelli veri. 

    Peccato per l’amara sorpresa riservata alla fine della serata a un nutrito gruppo di spettatori: decine sono state le auto, fuori dall’area del Parco, multate a vario titolo. Tante erano infatti le vetture parcheggiate a bordo strada, sature le aree di sosta predisposte nei pressi di Scolacium. Forse, per eventi di così grande portata andrebbe disciplinata meglio la logistica della auto in sosta.

    Carmen Loiacono

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