Dal Corvo alla Cina, passando per un thriller di successo in libreria

La storia dello scrittore catanzarese Armando Comi e il suo indissolubile legame con la città

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     Di Giulia Zampina

    Ci sono tanti modi per festeggiare 40 anni . Un traguardo importante di certo , o forse lo spartiacque tra un prima e un dopo . Armando Comi, si è regalato un nuovo romanzo arrivato in libreria ieri e un viaggio in Cina. E quanti chilometri ci vogliono per dimenticare le proprie origini? Be’ forse per questo non bastano distanze siderali. Armando Comi è un 40enne catanzarese , studente del liceo classico Galluppi e residente del quartiere Corvo di cui , oggi , riesce a dare una visione anche poetica. Dalla Cina, l’autore del thriller I quattro enigmi degli eretici , si presenta al pubblico della sua città.

    Un calabrese della diaspora

    Quando sono andato via: finito il liceo classico sono partito per Bologna, per diventare un calabrese della diaspora. E come tutti gli uomini della diaspora non sono più catanzarese a Catanzaro e non sarò mai bolognese a Bologna. In questo limbo, ho decostruito il mio senso di appartenenza.

    Il legame con il quartiere Corvo

    Ero bambino quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti al Corvo. Era la fine degli anni ottanta, ricordo che il corvo era etichettato come quartiere “dormitorio”. Un aggettivo importato, che altrove serviva per qualificare alcune periferie urbane di grossi centri urbani, e questo aspetto rendeva il mio nuovo quartiere quantomeno simile a quelli di città importanti. “Ho guardato la cometa da lì e ho guardato il Corvo da una collinetta, tutta poesia” Due ricordi specifici del Corvo guardare la cometa Hale-Bopp dal viale più alto, con il vento gelido e i campanacci dei pascoli della collina. Guardare il Corvo dalla torretta sulla collina dall’alta parte del fiume. Un’esperienza di misticismo urbano. In fondo il Corvo è un anello, di notte dall’alto ha una sua inquietante circolarità.

    Il ricordo di quel trenino che mi portava in centro

    Due ricordi di Catanzaro: mentre il corvo è notturno, Catanzaro è una città legata alla mia parte diurna. Ci salivo per andare al liceo, e il ricordo più fresco è legato al treno che prendevo per arrivarci: La calabro. Non era solo un vagone, era un bar su rotaie, dove incontravi studenti di tutti i quartieri di periferia. Tra spinte, risse, risate, ripassi per l’interrogatorio era un bel melting pot di sensazioni.

    Il labirinto delle strade antiche dove perdersi

    Altro ricordo sono le strade antiche della città, labirinto dove perdersi e vivere un poco di salubre solitudine. Sono diventato scrittore per mantenere il ricordo di mio nonno

    Come è iniziata la mia esperienza di scrittore.

    È iniziata a causa del mio nome: Armando. Mi chiamo così perché mio nonno si chiamava così. Ma un giorno, zero bambino, questa spiegazione non mi bastò. Allora domandai a mio nonno: perché ti hanno chiamato Armando. La risposta non la scrissi, e purtroppo non la ricordo. Infatti, mentre lui rispondeva quel giorno, mi feci prendere da altre distrazioni. Qualche tempo dopo lui morì. Io tuttora non so perché lui si chiamasse Armando. Quando muore un nonno non va via solo una persona, ma un patrimonio di ricordi orali irrecuperabili. Allora decisi che per ricordare bisogna scrivere. La storia è il nostro nonno collettivo, scrivere storie di Storia è un farmaco contro la perdita di memoria.

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