Scolacium: le radici del jazz riecheggiano con Scofield-Medeski

Si è concluso il  trittico di concerti del Festival Armonie d'Arte 

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    Con un viaggio alle radici del jazz si è concluso al Parco Scolacium lo strepitoso trittico di concerti che ha proiettato la Calabria al centro del grande panorama musicale grazie al Festival Armonie d’Arte che si conferma contenitore e vetrina ideale per la valorizzazione dell’importante sito archeologico. Passano gli anni e gli ingredienti si arricchiscono sempre di più, ma il vero valore aggiunto resta sempre la cornice suggestiva della Basilica illuminata che non finisce mai di stupire chiunque salga sul palco per regalare momenti di arte e di musica unici ed irripetibili. E così dopo la leggenda della tradizione brasiliana, Caetano Veloso, e il più osannato testimone dell’era fusion, Pat Metheny, ieri è toccato ad un duo d’eccezione composto dagli eccezionali John Scofield e John Medeski chiudere questa parentesi. La chitarra, in tutte le sue sfaccettature, ha fatto ancora da filo conduttore offrendo un emozionante percorso in acustico tra le sonorità blues, in un ideale connubio tra lo spirito della tradizione americana e i segni ancora visibili della Magna Graecia. I tasti e le corde, agitati mirabilmente dai due musicisti statunitensi, sembrano parlare la stessa lingua coniugando il rispetto dei tempi degli standard – come “I fall in love too easily” e “Chi chi” di Charlie Parker – con l’improvvisazione pura, il dinamismo del fraseggio con il pathos del lirismo. Tra Scofield e Medeski c’è grande intesa, lo dimostra la collaborazione di lunga data tra i due che condividono la stessa idea di ritmo in grado di alternare diversi registri senza mai perdere in autenticità. L’omaggio a “Julia” dei Beatles è l’ideale epilogo della serata con cui si archivia, in meno di dieci giorni, un memorabile capitolo live di Armonie d’Arte Festival che già domani sera si ripresenterà al pubblico cambiando pelle. Prevista una cena-spettacolo, fra danza e poesia: Cruda – Carne, con la regia di Filippo Stabile ispirata all’Eros, tema dell’edizione 2018.

    Domenico Iozzo

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