Danni da cinghiali, Esposito presenta mozione in Consiglio regionale

L'oggetto riguarda le ‘Misure di contrasto all’emergenza cinghiali in Calabria'

Più informazioni su


    “Ho depositato presso la segreteria dell’Assemblea una mozione avente ad oggetto ‘Misure di contrasto all’emergenza cinghiali in Calabria’ e mi impegnerò affinchè la stessa venga trattata nella prima seduta utile, o comunque al più presto”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale Sinibaldo Esposito.
    “Difatti, quella che ad un osservatore poco attento potrebbe sembrare una questione solo per addetti ai lavori – aggiunge – in realtà, a causa dell’elevata prolificità di talune specie, è diventata, da alcuni anni, una vera e propria emergenza su tutto il territorio calabrese, assumendo contorni sempre più invasivi ed allarmanti e mettendo a rischio non solo la sicurezza e la salute dei cittadini e la pubblica incolumità ma anche e soprattutto la salvaguardia delle colture agricole. Il problema dell’aumento del numero dei cinghiali risulta assai preoccupante anche sotto il profilo epidemiologico, costituendo la loro presenza un ostacolo all’eradicazione di malattie infettive quali tubercolosi e brucellosi, pericolose sia direttamente per l’uomo sia per gli allevamenti zootecnici”.
    La situazione “venutasi a creare – sottolinea il consigliere regionale – è stata oggetto di numerose denunce, provenienti dalle associazioni di categoria degli agricoltori, dagli amministratori locali e da semplici cittadini e, al fine di sollecitare gli organi competenti, si sono svolti incontri pubblici e sono stati istituiti diversi tavoli tecnici, che stanno affrontando la questione, per l’individuazione e l’adozione di misure idonee ad impedire, o quanto meno limitare, la diffusione delle malattie suindicate e l’aggravarsi dei danni provocati all’agricoltura, che, inutile ricordarlo, è un settore trainante dell’economia dei Comuni delle aree interne della Calabria. Anche alcuni Consigli comunali, soprattutto dei centri maggiormente interessati, hanno adottato deliberazioni volte a chiedere con urgenza alla Regione Calabria l’attuazione di azioni specifiche di contenimento numerico degli animali selvatici in questione”. 
    “Tra le soluzioni proposte – riferisce Esposito – rientrano l’abbattimento selettivo dei cinghiali da parte di personale degli ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) territorialmente competenti, nonchè l’autorizzazione all’abbattimento, quale esercizio di legittima difesa, per i proprietari e conduttori di terreni agricoli titolari di licenza di caccia, per l’intero anno e non solo per i pochi mesi del calendario venatorio. Tuttavia, nonostante le sollecitazioni ricevute ed il Piano di selezione in fase di attuazione, la Regione a tutt’oggi non ha provveduto a dare risposte concrete ai soggetti coinvolti e ad adottare adeguate azioni di contrasto al fenomeno, per come invece è già avvenuto in altre Regioni, quali Lombardia e Basilicata, che, attraverso provvedimenti delle rispettive Giunte regionali e dei Dipartimenti competenti, previa ridelimitazione delle zone non vocate (agricole), stanno già da tempo approntando a livello amministrativo le opportune misure risolutive, sulla base di specifici Piani di controllo”. 
    “Sulla scorta di tali premesse, la mozione – conclude – è volta ad impegnare la Giunta Regionale ed il Presidente della Regione Calabria a predisporre un Piano di controllo numerico della specie, da affiancare al Piano di selezione già esistente ed ad incrementare i controlli veterinari, da parte delle A.s.p., al fine di monitorare la localizzazione, il livello e lo stato d’infezione da tubercolosi tra i capi abbattuti, valutando l’istituzione di eventuali cordoni sanitari. Inoltre, appare urgente modificare l’attuale Disciplinare per la caccia al cinghiale, favorendo la pressione venatoria, tramite la deburocratizzazione e semplificazione delle procedure per la formazione delle squadre di caccia al cinghiale, nonchè adottare con urgenza ogni altro provvedimento idoneo ad assicurare il contenimento della presenza del cinghiale nel territorio calabrese, al fine di tutelare l’incolumità pubblica e limitare i possibili danni all’agricoltura ed agli allevamenti zootecnici”.

    Più informazioni su