Truffe alle assicurazioni, 230 indagati

Nuovo filone delle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro. 139 distinti capi d'imputazione. 

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    di Antonio Capria 

    Ci sono 230 indagati per 139 distinti capi di imputazione nel nuovo filone delle indagini condotte dalla Procura di Catanzaro su quella che gli inquirenti considerano una vera e propria associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di truffe ai danni di diverse compagnie di assicurazione e del Fondo Garanzia Vittime della Strada.

    Una nuova bufera giudiziaria che coinvolge anche professionisti del capoluogo. I reati contestati dal sostituto procuratore Paolo Petrolo che ha sottoscritto l’avviso di chiusura indagini insieme alla collega Graziella Viscomi, al procuratore capo Nicola Gratteri e all’aggiunto Vincenzo Capomolla, vanno appunto dall’associazione a delinquere alla truffa, alla frode assicurativa, alla corruzione in atti giudiziari, alla falsa testimonianza, al falso ideologico. La gran parte dei casi contestati nell’avviso di garanzia riguardano la attestazione di sinistri stradali mai verificatisi, con la produzione di false prove e la resa di false testimonianze nel corso dei processi civili celebrati davanti ai giudici di pace di Catanzaro e Badolato, al fine di conseguire in maniera illecita i risarcimenti da parte delle compagnie di assicurazione.

    In particolare per associazione a delinquere sono indagati Caccavari Floro, Cesareo Vincenzo, Chiaravalloti Giovanni, Iania Antonio, Iania Giuseppe, Iania Stefano, Ianos Endriu, Ierace Stefano Saverio, Lanzellotti Pietropaolo, Leone Rosaria, Mancuso Marco, Morelli Eleonora, Nicoletta Giuseppe, Nicoletta Valentina, Valentino Ivan, Zucco Angela, per essersi associati tra loro e con altri indagati già coinvolti nel precedente filone di inchiesta.  Alcuni degli attuali indagati, come gli avvocati Gennaro Pierino Mellea e Antonio Bressi e il medico Giulio Cosco, erano infatti già stati coinvolti nel maggio del 2014 in una prima indagine sulle truffe assicurative condotta dal pm Petrolo e della Guardia di finanza di Catanzaro.

     

     

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