Riccio: ‘Una sentenza del Tar vale la sicurezza dei nostri figli?’

Il consigliere comunale sulla vicenda degli alcolici in vetro: 'Rispetto per i pronunciamenti dei giudici ma qualche osservazione'

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    Riceviamo e pubblichiamo a seguire la nota del consigliere comunale Eugenio Riccio

    Lo Stato di diritto nel quale per fortuna viviamo ci induce ad avere grande rispetto per le sentenze pronunciate. È questa la garanzia di equità e legalità per la nostra società. Ma non posso esimermi dal fare una doppia considerazione su quanto scritto dai giudici del Tar a proposito dell’ordinanza sulla vendita di alcolici in vetro. La prima è sulla responsabilità che i giudici amministrativi si assumono scrivendo che un solo episodio non può costituire emergenza. Credo che, se da un lato sia indispensabile lavorare sulla prevenzione, dall’altro non sia il numero degli episodi di cronaca che qualificano un’emergenza. Le forze dell’ordine in prima battuta lavorano alacremente e a costo di grandi sacrifici perché, pur quell’unico episodio, non capiti, perché quando capita, purtroppo non si può sapere dove e quando succederà e che effetti potrà avere. Anche il più piccolo episodio di violenza va condannato e mai giudicato per entità o per il numero di volte in cui potrebbe ripetersi. La seconda considerazione è in punta di diritto. Leggere che l’atto amministrativo con il quale giustamente si cerca di arginare un fenomeno pericoloso, sia sbagliato per forma e quindi non efficace, è una cosa che mortifica. La politica dovrebbe avere il compito di predisporre un indirizzo che la burocrazia dovrebbe attuare nei limiti e nei modi di ciò che le leggi consentono. Non è pensabile che un sindaco si scriva da solo ordinanze, bandi, determine, delibere. È auspicabile che nei posti chiave di un’amministrazione ci siano persone di cui il sindaco possa fidarsi non dal punto di vista personale ma professionale, perché in ballo c’è l’amministrazione di una intera città. È mortificante è vero, ma è anche il momento di fare una riflessione seria su quale sia il solco nel quale la burocrazia di questa amministrazione vuole muoversi per l’unica cosa che conta, il bene della città.

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