Il no di Wanda Ferro al ddl Pillon

La deputata di Fratelli d'Italia: 'rischia di rendere troppo onerosa la separazione, e ciò potrebbe scoraggiare il coniuge con minori possibilità economiche dall’intraprenderla, anche nei casi in cui sono presenti abusi e violenze

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    “Quello della tutela dei diritti dei padri separati è un tema che va affrontato, ma non con le misure del ddl Pillon, che rischiano di avere effetti aberranti: le spese per la mediazione familiare e altri costi previsti dal ddl rischiano di rendere troppo onerosa la separazione, e ciò potrebbe scoraggiare il coniuge con minori possibilità economiche dall’intraprendere la separazione, anche nei casi in cui sono presenti abusi e violenze”. E’ quanto afferma il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, on. Wanda Ferro, che spiega: “Il ddl prevede anche assurde lungaggini burocratiche per i cambiamenti nel piano genitoriale, e non tutela i bambini che rischiano di essere rimbalzati tra le abitazioni dei due genitori per rispettare i tempi paritetici, né tiene adeguatamente conto delle situazioni in cui si trovano i minori che subiscono violenza domestica. Mentre è auspicabile una revisione normativa, come quella proposta da Fdi, che aiuti a togliere tanti papà separati dalla soglia della povertà e a mantenere una vita dignitosa, che riveda il mantenimento a vita delle mogli divorziate, e che soprattutto preveda di fare trascorrere tempi congrui ai figli con ciascuno dei genitori punendo i comportamenti ostili dell’ex coniuge che impedisce all’altro di mantenere un rapporto con i figli, il ddl Pillon rischia soltanto di rendere troppo complicato e costoso l’iter della separazione, scoraggiando le donne vittime di violenza ed abusi a riappropriarsi della propria dignità e della propria vita. Per questo la mia opposizione al ddl Pillon sarà netta e intransigente”.

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