Fiorita: ‘Quel che resta di Abramo. Liti, bugie e populismo’

Il leader di Cambiavento accusa il Sindaco di populismo

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    “Fuga dalla città. Non esiste altro modo per definire l’atteggiamento di Sergio Abramo e della sua maggioranza, sempre più distanti dai bisogni reali dei cittadini catanzaresi e ormai proiettati dovunque (provincia, regione, unione europea) purché lontani dai propri doveri di amministratori”. Lo scrive in una nota Nicola fiorita che aggiunge:

    “La fuga di Abramo e le liti della maggioranza bloccano ogni cosa: il consiglio comunale si riunisce una volta al mese se va bene, la struttura della provincia è bloccata, si litiga finanche sulle iniziative natalizie e si trova il tempo solo per pagare l’autore del piano del colore: la “straordinaria” riforma di questa giunta che solo nelle farneticazioni dei superabramisti può generare qualcosa di utile, a breve termine, per Catanzaro”.

    Fiorita aggiunge: “In questa lunga stagnazione che rischia di uccidere la città, Abramo gioca le sue consuete carte, provando a distrarre i cittadini con il suo solito mix di proclami populisti e di bugie. E se è vero che le bugie hanno le gambe corte, prima che qualcuno un po’ più distratto possa comunque restare incantato dal grande manipolatore è bene fare un po’ di chiarezza sulle ultime uscite del Sindaco”.

    L’esponente dell’opposizione inizia dunque un elenco:

    “1. Con incredibile intempestività, Abramo si è lasciato andare a commenti azzardati e fallaci dopo la sentenza del Tar che ha rigettato il ricorso contro l’istituzione delle nuove strisce blu, lanciando le solite critiche all’opposizione per i suoi presunti attacchi strumentali. Nemmeno 24 ore e un Giudice di pace condanna il Comune per aver istituito le strisce blu nel centro storico senza una apposita delibera di giunta o un provvedimento sindacale. Ora aspettiamo con pazienza le scuse del Sindaco. Non a noi, ovviamente: alla città.

    2. Abramo è intervenuto in una manifestazione pubblica affermando che l’orribile Palazzina dei Distinti fu una concessione al Presidente Cosentino per timore che questi lasciasse la società. Come al solito Abramo scappa dalle sue responsabilità e dimentica che se pur è vero che il progetto preliminare, redatto gratuitamente dall’ingegnere Romeo, è in qualche maniera riconducibile a Cosentino (posto che Romeo era suo uomo di fiducia), non può residuare alcun dubbio sul fatto che la responsabilità definitiva dell’opera è riconducibile in tutto e per tutto all’Ati appaltatrice (ed ai suoi tecnici) e quindi alla Commissione Comunale che dichiarò la stessa vincitrice dell’appalto. Ben avrebbe potuto il Comune rendersi conto dell’inadeguatezza dell’opera che peraltro fu apertamente criticata in fase di costruzione anche da Cosentino, secondo cui era stato stravolto il progetto preliminare di Romeo. Che poi Abramo, sindaco del Capoluogo di Regione, trovi normale affermare di essersi piegato ad un presunto ricatto è cosa che ci avvilisce ma, purtroppo, non ci stupisce.

    3. Il top del populismo è rappresentato senza ombra di dubbio dalla dichiarazione con cui Abramo scopre l’inciviltà di alcuni automobilisti e scarica sui cittadini la responsabilità del degrado in cui versa la città (sporcizia, conferimento illecito dei rifiuti, disservizi vari). Come non essere d’accordo con la denuncia della mancanza di un adeguato senso civico da parte di alcuni cittadini? Ma come non chiedere ad Abramo cosa ha fatto in questi venti lunghi anni per migliorare questo senso civico? Come non pensare che tanto disprezzo per il bene pubblico derivi anche dal vivere in un sistema che premia i furbi e mortifica i giusti, che tollera ogni forma di abusivismo, che gestiva in modo anomalo le multe, che non costringe – tanto per dirne una – la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti a rispettare le regole.

    4. Nulla dice e nulla dirà il sindaco della sentenza che condanna gli ex amministratori dell’Us Catanzaro alla restituzione di ingenti somme di cui essi si sarebbero indebitamente appropriati. Fermo restando che si tratta di una sentenza di primo grado e che mi auguro sinceramente che il dott. Parente e il dott. Poggi possano dimostrare nei successivi gradi di giudizio la propria correttezza, dal punto di vista politico vi è da riflettere sulla scelta del Comune di affidare ad una società riconducibile ai predetti soggetti una vasta area del territorio comunale. Il Sindaco tutore del senso civico vorrà mai affrontare la questione? O, al contrario, il Sindaco è di nuovo costretto a cedere – come dice di aver fatto con Cosentino – ad un ricatto?”

    “Il triste tramonto di Sergio Abramo – conclude Fiorita – sempre più costretto a coprire con proclami populisti il vuoto della sua amministrazione non ci addolorerebbe più di tanto se non coincidesse con il triste tramonto della nostra città e, in particolare, del suo centro storico. Ma vedrete che i suoi fedelissimi ci spiegheranno che tutto va bene e che semmai la colpa è di chi fa opposizione. Come se qualcuno ci potesse credere”.

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