Mirarchi: ‘Commissioni esautorate da effettivo potere’

La riflessione del presidente  della commissione Urbanistica, Patrimonio, Polizia urbana, Mobilità e Traffico, e consigliere comunale di Catanzaro da Vivere Antonio Mirarchi

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    “L’insostenibile leggerezza delle Commissioni consiliari. Mi verrebbe da esclamare questo, non senza una certa amarezza che fa il paio con una buona dose di sarcasmo, commentando quanto sta accadendo in Comune ogni qualvolta ci riuniamo per discutere di aspetti di grande rilievo per la vita della città. Chissà come mai. Sarebbe interessante saperlo o riuscire a capirlo”. Ha esordito così il presidente della commissione Urbanistica, Patrimonio, Polizia urbana, Mobilità e Traffico, e consigliere comunale di Catanzaro da Vivere Antonio Mirarchi, stanco di quello che sta succedendo ormai da tempo prima o durante le riunioni dell’importante organismo da lui diretto. E allora, come al solito, affida a un comunicato stampa alcune circostanziate esternazioni, che auspica servano alla soluzione del problema o quantomeno ad ottenere risposte esaurienti. Mirarchi infatti si interroga sul ruolo dell’organismo che presiede da circa un anno e mezzo. “Le Commissioni – dice – che sulla carta dovrebbero essere un luogo di democrazia in cui maggioranza e opposizione si confrontano sul contenuto delle pratiche al futuro vaglio della civica assise e non solo, mi paiono esautorate e prive di effettivo potere, almeno sotto il profilo del concreto approfondimento di talune materie e quindi di suggerimento per la successiva fase di stesura definitiva delle varie delibere. Ma niente. Nella realtà tutto ciò non si verifica. Quasi mai. Perché? Bella domanda, a cui rispondere spetterebbe al sindaco Sergio Abramo che per giunta è titolare pure della delega alla Viabilità e Traffico. Peccato, però, che dallo stesso sindaco non arrivi l’atteso riscontro e neppure una spiegazione sullo svuotamento, per così definirlo, di tale organismo.  Magari di alcuni aspetti non è a conoscenza e, non vorrei pensare minimamente che, essendolo fa finta di nulla”. Il presidente Mirarchi, tuttavia, non si limita a generiche lamentazioni, mettendo viceversa in luce le criticità dell’anomala situazione stigmatizzata nella nota e riferendo cosa sia successo, ancora una volta inspiegabilmente, stamani in occasione di una seduta oltretutto sollecitata anche dal consigliere di minoranza Gianmichele Bosco: “La discussione in programma – inizia da qui Mirarchi – su Strisce blu e Pass per i diversamente abili, ma anche sul tema di scottante attualità degli stalli di sosta di cui ho avuto contezza all’esito di un proficuo confronto con i commercianti interessati, avrebbe dovuto essere allargata a un rappresentante della Polizia Municipale. Un Corpo che nel caso di specie diventa un interlocutore necessario e imprescindibile. Dispiace dunque constatarne la reiterata, siamo già al terzo forfait, e, a questo punto ingiustificata, assenza, anche in seguito a formali atti di convocazione inviati via mail e whatsapp. Un fatto peraltro messo a verbale, giustamente, per volere dei colleghi Bosco e Lorenzo Costa. Ma c’è di più. A disertare sono anche assessori e dirigenti di altri settori. Di fronte a un tale comportamento, che ribadiamo si è ripetuto in varie circostanze, non può allora non balenarci un brutto sospetto: forse le Commissioni sono come le targhe in qualche centro storico italiano quando c’è troppo smog, andando bene solo a fasi alterne a seconda se utili o meno. Dal nostro punto di vista, invece, non esistono atti di serie A o B, essendo tutti urgenti e meritevoli di attenzione. Restano quindi tanti gli interrogativi da porre senza infingimenti, auspicando un chiarimento”. I quesiti e le dichiarazioni di Mirarchi non sono tuttavia ancora finite: “Chissà come mai le richieste per i lavori restano lettera morta e l’ufficio di presidenza ci manda le pratiche in ritardo o addirittura omette di farlo. Non riesco a capirlo, però può darsi ci sia qualcuno così bravo da persuadermi dell’opportunità di un simile modo di procedere, che mortifica una Commissione sempre al lavoro a tutela di cui è doveroso informare la gente sull’attuale inaccettabile stato delle cose”.

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