Demolizioni, Teti (Italia Nostra) scrive a soprintendente Pagano

Tutte le motivazioni al suo no alle demolizioni dei fabbricati ex Ospedale e ex scuola Maddalena già conventi degli agostiniani e delle Convertite in Catanzaro

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    Lettera aperta di Maria Adele Teti membro del Collegio dei Probiviri di Italia Nostra Nazionale a Marco Pagano soprintendente di Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone in merito alle progettate demolizioni dei fabbricati ex Ospedale e ex scuola Maddalena già conventi degli agostiniani e delle Convertite in Catanzaro. La demolizione- scrive Maria Adele Teti – nell’ambito della città storica è sempre cosa delicata, ma ancora di più nell’ambito della città di Catanzaro che ha subito nel secondo dopoguerra, un vero e proprio snaturamento e numerose demolizioni e ricostruzioni improprie a causa della scarsa considerazione in cui è tento tutto il patrimonio edilizio che, se si escludono alcuni manufatti di grande interesse storico-culturale, presenta un’edilizia modesta, ma ricca di valori ambientali. Oggi, il centro storico rischia lo spopolamento a causa di uno sviluppo incontrollato che ha invaso tutto il territorio comunale con un’edilizia sparsa priva di ogni carattere urbano; i numerosi centri commerciali che “assediano “ il centro storico hanno comportato la perdita dei servizi terziari, amministrativi e commerciali, con la conseguenza evidente di collasso economico-sociale e di popolazione della struttura urbana storica. Con Agenda urbana ed altre leggi di finanziamento, si vorrebbe tentare un’inversione di tendenza, ma, i progetti messi in campo potrebbero comportare la ripresa di demolizioni e ricostruzioni tali da compromettere definitivamente la struttura storica della città. Si intende demolire molte proprietà comunali (la scuola Maddalena e l’ex convento della Stella, di proprietà comunale e l’ex Ospedale vecchio già convento Agostiniano di proprietà dell’azienda Ospedaliera, citati ) e si vorrebbe ricostruire la centralissima area di risulta della demolizione dell’ex palazzo Serravalle, oggi adibito a verde urbano, di cui esiste già un progetto di ricostruzione che occuperebbe completamente il comparto edificatorio. Il progetto di demolizione delle proprietà comunali e pubbliche è dovuta alla necessità di avere la disponibilità di suolo, senza avviare procedure espropriative lunghe e farraginose. I fabbricati elencati sono stati abbandonati e quindi bisognosi di interventi di restauro, mentre la scuola Maddalena, se si esclude la sopraelevazione realizzata negli anni ‘70, da abbattere, è stata oggetto di numerosi interventi di consolidamento, tanto da risultare, malgrado l’abbandono, tra le scuole meglio conservate, visto il pessimo stato di manutenzione delle scuole cittadine. In sintesi gli edifici sopra citati non devono essere abbattuti per numerosi motivi . 1) Per quanto riguarda l’ex ospedale civile, L’Asp, in un recente articolo sostiene la tesi che l’edificio è pericolante, mentre se si esclude le parti fatiscenti, in genere superfetazioni depauperate da un colpevole abbandono da molti anni, le strutture si presentano abbastanza solide, anche se fortemente depauperate; sopravvive il chiostro, compromesso ma forse recuperabile. Si porta a pretesto che il restauro costerebbe molto di più (15 milioni ) a fronte degli del nuovo (8 milioni), ma in questo calcolo non è compresa la demolizione e smaltimento del materiale di risulta e le immancabili varianti che fanno levitare considerevolmente la spesa iniziale. E’ evidente tuttavia che si vuole costruire un fabbricato di grandi dimensioni, di consistenza edilizia maggiore dell’attuale, con due piani di parcheggi costruiti nel dirupo. Soprintendente, lei conosce Catanzaro, sa che con la scusa dei parcheggi si sono fatti dei veri soprusi e trasferimento ai privati di suolo pubblico, oggi si vorrebbe perpetrare tale situazione. Inoltre, le Norme Tecniche d’Attuazione del PRG vigente di Catanzaro, elenca numerosi edifici da salvaguardare, allo stato quo, tra cui i tre edifici (Maddalena, Stella e Vecchio Ospedale) quali elementi indispensabili alla conservazione dell’assetto storico-culturale del centro urbano. Pertanto, riproporre demolizioni nel centro storico è delittuoso e i preventivi dei progetti sono esagerati. SI CHIEDE CHE SI FACCIA UN PUBBLICO CONCORSO PER IL RESTAURO CON PRECISE RICHIESTE DI SPESA, POICHÉ, PRIMA ANCORA DI ESPLETARE LE PROCEDURE STABILITE PER LE OPERE PUBBLICHE, GIÀ SI PARLA DI CIFRE, DI PROGETTISTI, DI PARCHEGGI. D’altra parte il progetto di restauro si configura come strumento idoneo a riprogettare con nuove funzioni fabbricati che in origine si presentano in condizioni molto più compromesse di quelle esistenti persino allo stato di rudere. In verità qui c’è il culto del nuovo, del cemento armato, in genere di pessima fattura e per niente attento ai contesti esistenti e tale culto ha snaturato la città; ma oggi tutto ciò è anacronistico e deve essere fermato. Per quanto riguarda l’edificio ex scuola Maddalena è stato completamente ricostruito nel 1926, come si evince dalle linee architettoniche di facciata e interne, pertanto risulta vincolato a norma dl Codice dei beni culturali. L’edificio, inoltre, si appoggia alla chiesa di S. Biagio e la demolizione potrebbe compromettere anche la chiesa, che è parte integrante della scena urbana del sito. È Il Fabbricato è anche connesso con il plesso scolastico detto “Carbone” dove sono ancora superstiti strutture del vecchio convento delle Donne Convertite e l’immagine di un affresco di s. Francesco di Paola, recentemente venuto alla luce. In un elenco redatto da periti incaricati dallo stesso comune relativo ai manufatti di proprietà del comune, del 2017, la Maddalena è stata valutata , “mediocre”, di circa 2000 mq , con un valore di 600.000 euro. Come mai oggi si vuole far credere pericolante. CHIEDIAMO UNA NUOVA PERIZIA DA TECNICI NEUTRALI E NON INCARICATI DAGLI STESSI PROPRIETARI O DAL COMUNE. Convertendo l’area ex Maddalena, da scuola a residenze per militari si verrebbe a privare la popolazione di aree di proprietà comunali da destinare a strutture pubbliche più che a residenze, presenti in gran quantità, in stato di abbandono, nel centro storico. Anche l’edificio della Stella, per la parte comunale, dovrebbe essere adibita a residenze militari ma, -ci si domanda-, quali militari visto che la Divisione si è trasferita?. Infine demolendo i vecchi fabbricati Maddalena, Stella e vecchio Ospedale, si persevererà in una perniciosa idea che solo il nuovo è in grado di riconvertire l’economia stagnante, mentre si accantona l’idea di avviare una vera azione di rigenerazione, con il restauro conservativo dell’esistente e con il potenziamento dei servizi mancati. Nel documento programmatico “Agenda Urbana “ si parla di un’“Agenzia” in grado di sovrintendere alla rigenerazione del patrimonio edilizio privato, ma, da quanto detto, tale struttura dovrebbe sovrintendere ai soli fatti amministrativi. Niente invece si dice sulle procedure utili alla rigenerazione né tantomeno all’adozione di un “manuale di buone pratiche” in grado di definire le tipologie d’intervento , le tecniche e i materiali . Questo insieme d’interventi potrebbe avviare la definitiva alterazione del patrimonio storico. Italia Nostra confida nell’intervento della Soprintendenza al fine di far comprendere i pericoli cui si va incontro; non è auspicabile che l’Associazione nazionale, che ha avviato moltissime vertenze per interventi molto meno invasivi di quelli previsti a Catanzaro, dovesse ricorrere a strumenti si denuncia al fine di impedire tali perniciosi progetti.

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