Massoneria e processi, Pittelli chiarisce la sua posizione

Il penalista catanzarese ribadisce che nell’ordinanza a carico dei due magistrati leccesi, viene sottolineata la correttezza del suo operato in quanto difensore di uno dei due

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    di Giulia Zampina

    Esce allo scoperto Giancarlo Pittelli il cui nome compare nell’ordinanza che ha portato all’arresto di due magistrati leccesi. E lo fa a viso aperto per ribadire l’estraneità rispetto ad alcuni episodi che , nella stessa ordinanza, sono stati attribuiti ad alcuni legali del foro di Catanzaro durante la conversazione telefonica di uno degli indagati con la sua amante e con altri referenti (nel pezzo pubblicato ieri sera questa testata oltre a non fare alcun nome aveva ben distinto i ruoli dei protagonisti n.d.r).”Con riferimento alla vicenda giudiziaria nel contesto della quale i giudici leccesi hanno disposto l’arresto di Michele Nardi, pubblico ministero a Roma, intendo precisare che circa il ruolo da me avuto nella vicenda, segnalo che l’ordinanza cautelare individua nominativamente i soggetti asseritamente coinvolti nel tentativo di manipolazione degli esiti processuali in sede politica e forense.Non sono io, dunque, il politico di deputato di Forza Italia al quale il Nardi si sarebbe rivolto per aiuti extraprocessuali e non sono io, in egual modo, l’avvocato del quale veniva sollecitato l’intervento di ” aggiustamento” del processo a carico del Nardi. La stessa ordinanza da atto della correttezza della mia attività correttezza e trasparenza professionali”.

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