Aggressione a Lido, tra nuove leve criminali e telecamere abusive

Uno dei ragazzi ha subito la frattura del setto nasale e intanto le forze dell'ordine, non avendo avuto riscontri sulla titolarità dell'impianto di videosorveglianza, lo hanno rimosso Il fatto 

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    di Giulia Zampina

    Ci sono due questioni di fondamentale importanza che attengono al fatto specifico accaduto sabato notte a Lido, l’aggressione ad un gruppo di ragazzi da parte di alcuni coetanei. La prima questione è strettamente legata all’episodio. Uno dei ragazzi aggrediti ha il setto nasale rotto. Pare, dalle immagini che le forze di Polizia hanno potuto visionare da un impianto di videosorveglianza di un locale, che il pestaggio sia avvenuto ad opera di un gruppo di ragazzi che da tempo prova a marcare il territorio nel tentativo di prendere il comando per lo spaccio della droga ed il controllo delle estorsioni. Spazi lasciati vuoti da persone che il lavoro di magistratura e forze dell’ordine hanno assicurato alla giustizia. E’ del tutto evidente che la vittima dell’aggressione nulla ha a che fare con probabili intenti malavitosi degli aggressori, ma che piuttosto nel tentativo di sedare la lite scoppiata precedentemente al suo arrivo abbia avuto nella circostanza la peggio. La seconda questione attiene al controllo del territorio da parte delle istituzioni civili.

    Accade infatti che una telecamera sia posizionata su un palo della luce pubblico, quindi che venga alimentata con luce pagata dall’amministrazione, ma che non si sappia chi ne è il titolare al punto che oggi Polizia e Carabinieri sono sul posto per rimuovere l’impianto e occuparsi, loro malgrado anche di questo aspetto, non meno importante del primo, poichè, se la telecamera fosse stata piazzata lì senza autorizzazione significa che il problema della sicurezza invece di diminuire aumenterebbe.

    Andranno a fondo della questione Polizia e Carabinieri, anche se il loro lavoro dovrebbe essere facilitato e non complicato da queste situazioni. Ma a questo punto viene spontaneo chiedersi se l’amministrazione comunale abbia reale contezza, prima di affrontare investimenti importanti, di quante telecamere effettivamente siano presenti sul territorio, di chi sia la paternità delle immagini e se siano tutte autorizzate. Questo perchè sicurezza significa strategia e strategia significa mezzi ed uomini in grado di governare i fenomeni.

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