Giannone mostraci il cuore, portaci allo stadio e andiamo in serie B

Catanzaro deve dimostrare cultura sportiva e stare attorno ad una squadra che merita supporto. Il 10 giallorosso è perdonato, ma ha un compito in più...

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    di Gianluigi Mardente

    Caro Giannone, ti scrivo così mi rilasso un po’. Si, rilassiamoci piccolo numero 10 dalla idee confuse e dallo stato d’animo trafitto dalla delusione di te stesso. Respira. Del resto lo dobbiamo fare anche noi, che ieri sera attorno alle 22.30 respiravamo a stento mentre facevamo la fila ai distributori di sigarette: in città il consumo di tabacco e alcool è aumentato  del 70% nelle ultime 16 ore. Quello di camomilla e ansiolitici non si conta, sold out. Ma fa niente, ci passerà. Anzi, in fondo ci è già passato. Si, siamo già nuovamente proiettati verso l’obiettivo che ieri sera tu, i tuoi compagni, il nostro allenatore e la nostra società ci hanno fatto capire di poter raggiungere a mani basse. Giannò (scusa si ti chiamo alla catanzarese, ndr), Catanzaro, catanzaresi: possiamo andare in B. Siamo forti, forti per davvero. Siamo andati a casa della capolista che, per ospitarci, ha capito di dover fare due cose fondamentali: i fuochi d’artificio prima e difendersi poi. Gli abbiamo girato palla, mostrato il bel gioco, la personalità, il tifo, la mentalità di essere vincenti. Poi è arrivato quel rigore e tutti noi e il cielo siamo diventati una cosa sola a causa di una blasfemia verso tutto e tutti gli occupanti del piano più alto. Questo, caro Giannone, lo devi sapere, lo sai e non lo puoi dimenticare:  ieri hai deluso l’anima di una piazza perché per un secondo soltanto hai disperso personalità, gioco, mentalità, entusiasmo e pensiero del vincente. La differenza tra Catanzaro e JuveStabia è solo questa: Paponi avrebbe sfondato la porta, Giannone ha tentato il cucchiaino. Hai sbagliato, ma noi non vogliamo e non possiamo crocifiggerti. Ma dobbiamo dirci le cose come stanno per amarci e rispettarci più di prima.

    NON HAI CAPITO CHI SIAMO: Catanzaro alle ore 11 era già in clima partita. Era un mercoledì da leoni con gente che ordinava pizze, liberava i salotti dai tavoli ingombranti e prenotava posti tra bar e ristoranti: ieri la Champions era qui, nel capoluogo della Calabria. Amici, famiglie, fidanzati e parenti tutti insieme per vedere il Catanzaro. Un’emozione immensa. I bambini sono usciti da scuola parlando di Giannone come fosse Cr7 e di ElevenSport come fosse Sky/mamma Rai: ci siamo preparati come ad Italia – Germania del 2006. E allora? Grazie ragazzi, mister, presidente. Grazie Giannone, perché questo è successo anche grazie a te. Già il fatto di rivivere la squadra come qualcosa di tuo, qualcosa da condividere con i concittadini e sentire l’appartenenza dei colori è una vittoria che voi, anche tu Giannò, ci avete regalato. Ma se poi tiri quel rigore, significa che non l’avevi capito e per questo noi ti chiediamo scusa. Scusaci per gli insulti, le “aggressioni” sui social, i vaffa sui forum e le (finte) promesse di volerti male. Scusaci, ma comprendici. Siamo troppo innamorati di questa maglia e per noi, solo poter pensare di vincere il campionato, era troppo bello. Comprendici, quel rigore ci ha fatto credere che non si può più fare…

    E invece non è vero. Si può ancora fare. E per farlo, caro Giannone, abbiamo bisogno di te e del cuore che i tuoi compagni stanno mettendo tutti sotto il tuo profilo Instagram. Grazie ragazzi, per questa lezione di unione e compattezza. Applausi per voi. E allora, caro Giannone, ora sai chi siamo. Anzi, non lo sai ancora. Sai chi siamo? Siamo quelli che in 30mila abbiamo osannato Palanca in lacrime dopo aver sbagliato un rigore senza il portiere in porta. Ha preso il palo, ha pianto, abbiam perso. E Catanzaro? Tutta in piedi , per lui che ha tirato e ha sbagliato . Siamo questo, siamo il Catanzaro. Fantastici nelle vittorie, maledetti nei 5 minuti post sconfitta e poi ancora più innamorati se ci mostri il cuore. E allora, caro Giannone, mostraci il cuore. Non hai fatto gol, ma devi farci vincere il campionato. Indietro non si torna, ma avanti si deve andare. E dobbiamo andarci insieme: noi con te, tu con noi e noi con tutta la squadra e questo fantastico allenatore  voluto da un grande presidente. Mostraci il cuore, vieni ad abbracciarci dicendoci che non hai capito chi siamo e vedrai che non solo ti faremo capire il perdono ma ti mostreremo l’amore. Oggi, a San Valentino, hai il compito di tirar fuori qualcosa in più a tutti i tuoi compagni. Devono giocare per loro, per noi e anche per te. Catanzaro, stringiti forte e gioca sull’entusiasmo di poter essere differente. Catanzaro, dimostra maturità e cultura sportiva sostenendo il ritorno del figliol prodigo e fai in modo che il suo errore sia solo un pretesto per aumentare l’unione tra squadra e tifosi. Ci sono ancora tante partite e Catanzaro merita di riviverle tutte con l’atmosfera di ieri sera perché il successo è in quelle emozioni. Poi, durante la partita, se ci sarà occasione Giannone stavolta non sbaglierà. Adesso lui, e tutti i suoi compagni, sanno cos’è il Catanzaro. Meritano di sentirlo ogni domenica allo stadio, perché dal salotto di casa quel calore non l’hanno sentito. Giannone, perdonaci e sei perdonato. Ora ricominciamo, torna a Catanzaro ma non venire a mani vuote: “Portaci allo stadio”, capisci? Portaci allo stadio.

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