Saltimbocca, amore e fantasia. L’Irish pub (e le birre) sono ancora lì foto

Storia della birreria ristorante in via XX Settembre ‘rifugio’ da 27 anni (l’anniversario qualche giorno fa) dei catanzaresi. Che oggi ci tornano con i loro figli


Di Laura Cimino

Una città è le sue strade, i suoi vichi tortuosi, i suoi palazzi istituzionali, il suo cielo, i suoi uffici, e poi pure quei banconi del bar e quelle birre che di notte ti fanno compagnia. Da 27 anni. L’Irish pub si sa è sempre aperto. All’Irish un posto lo trovi sempre. ‘Non è concepibile non accontentare chi viene a trovarci’’ dicono Michele e la squadra dei 13 che da tutti questi anni ci lavorano. Ligabue direbbe che è ‘un locale a cui dai del tu’.

 

Qualche faccia storica non è più tra i tavoli, sono quelle di Valentino Minoliti e Giuseppe Campo, che adesso non lavorano più lì, qualcos’altro è cambiato. Lo storico, anche quello, problema dei fitti alti dei locali e la decisione di trasferirsi cinque anni fa dalla sede del ’92 al locale a fianco. ‘Un’operazione che abbiamo chiuso in 24 ore – raccontano – prendendo in fitto i due locali adiacenti’. Insomma oggi l’Irish pub è un po’ più grande, con i suoi 113 posti a sedere, si mangia a pranzo e a cena, ma a fare la fortuna di questo storico pub e ristorante probabilmente è il non aver mai troppo cambiato marcia e tratti distintivi. Pensare che gli inizi non fecero sperare troppo bene.

‘Non dimenticheremo mai – è il racconto da dietro il bancone – quello che siamo stati capaci di combinare il primo giorno’. Era venerdì 28 febbraio del 1992 in via XX Settembre, di venerdì alle 17 e in più anche di anno bisestile. Scaramantici per niente. ‘Il 29 febbraio l’esordio, eravamo quattro sprovveduti, tra gente che non riuscimmo a servire per le troppe attese e altri disastri- ridono- Forse quel giorno si concentrarono tutti gli errori poi mai più fatti in tanti anni’. La fortuna aiuta gli audaci. E quei quattro sprovveduti sono ancora lì. ‘Ci sono quelli che qui tra una birra e uno sguardo si sono conosciuti, innamorati – raccontano all’Irish – quelli che qui hanno bevuto le prime birre e oggi ci tornano con i loro figli. 27 anni in continuità iniziano davvero a lasciare il segno’.

I problemi negli anni non sono mancati. Nel 2006 il clou dell’ultima grave crisi economica. ‘Noi pensiamo che molto si potrebbe fare – a livello nazionale – molto semplicemente alleggerendo chi gestisce le attività dalle tasse troppo alte e mettendo un freno all’evasione e al lavoro nero’, ma in una città di provincia sono poi gli altri gli ingredienti per una ricetta riuscita.

‘Abbiamo sempre pensato che l’Irish non è di chi lo gestisce ma è della gente. Questo è un posto aperto a tutti, senza limiti d’età. Dove ci adeguiamo alle esigenze di chi ci vive mantenendo sempre un certo rapporto qualità prezzo. Essere tradizionali significa che ad esempio, il pizzaiolo, Giuseppe Aiello, è sempre lo stesso da 27 anni, la squadra non si cambia, per noi la cosa più bella è che qui le persone possano sentirsi a casa’. E il pub quindi fu anche una porta aperta per il senza fissa dimora austriaco Rolf Loidll per il quale poi i gestori del pub organizzarono una colletta per assicurare una fine dignitosa. Un uomo venuto dall’Est che si era trovato a vivere in condizioni difficili in questo angolo di Italia del Sud.

 

L’Irish pub è aperto fino a tardi. Chiude solo tre giorni all’anno. Qualcosa è davvero solo loro. Come ‘i saltimbocca’. Come ‘i tarzaneddi’. Ma come sono nati? ‘Erano quei tocchetti di pizza che si chiedeva di cuocere al pizzaiolo per capire se l’impasto era buono – raccontano – poi siccome era buono davvero ne abbiamo fatto un appuntamento fisso per i nostri clienti’. Qualche giorno e una prossima apertura da parte dei proprietari del locale di un nuovo ristorante in via Lucrezia della Valle. Dalle caratteristiche un po’ diverse. Per ora non diciamo nulla. Intanto a via XX Settembre Michele e gli altri sono sempre lì. Per molti non solo dei ristoratori ma anche degli amici.