Grillo mattatore a metà nello spettacolo del ritorno e dell’addio

Tra il malinconico ed il didattico il comico genovese ricomincia da dove aveva lasciato ma non rinuncia a quella parte di didattica che anni fa gli servì per lanciare quello che sarebbe diventato il Movimento 5 Stelle

Più informazioni su


    di Giulia Zampina

    Doveva essere lo spettacolo della maturità Insomnia, il one man show di Beppe Grillo, che ieri sera ha fatto tappa al Politeama di Catanzaro, inserito nel cartellone di Fatti di musica di Ruggero Pegna. Doveva, perché in fondo Grillo ha ricominciato da dove aveva lasciato quando sceso dal palco ha deciso di diventare il leader dei 5 stelle. Una cosa, dice, di cui si sente personalmente responsabile, dove la parola responsabile non si capisce se è una condizione che lo gratifica o lo preoccupa. In ogni caso, partendo dalla sua condizione di persona insonne, Grillo racconta tutti i sogni che sono diventati realtà. Parla della sua amicizia con Gino Paoli che ora non lo saluta più perché gli ha tolto il vitalizio e della sua infanzia trascorsa con Donato Bilancia, noto serial killer, per raccontare come la vita e gli eventi cambino le persone al punto che arriva a dire “Grazie Calabria che ci hai mandato su la mafia, ma in compenso ti sei presa il clima del Nord. Qui infatti ora nevica mentre da noi facciamo i bagni. A prescindere da tutto, però, adesso criticatemi per il Governo. Non c’entro più. Affatto. Ma mi sento moralmente responsabile”. Cambiano le cose e le persone ma non cambia lui Beppe Grilo che, al pari di quando i suoi spettacoli servivano da trampolino di lancio per il suo esordio in politica, non rinuncia alla sua ora di didattica su quel mondo parallelo, fatto di eccellenze, spesso del Sud, che non vengono valorizzate a sufficienza o di quelle realtà lontanissime da noi che battono l’Italia per libertà ed innovazione. Beppe Grillo è dunque un mattatore a metà, lontano dai bagni di folla che accompagnavano gli spettacoli, lontanissimo dai passaggi televisivi, lontano anche da quell’idea che lo ha fatto diventare con Casaleggio “un altro che dormiva pochissimo” ha detto, il catalizzatore di una rivoluzione politica che al momento risulta incompiuta e, sebbene è ovvio che non lo possa ammettere, di ciò ne è consapevole anche lui che, ironizzando sui problemi dell’anzianità, prova a dipingerla come l’età migliore di una persona, quanto meno perchè gran pare dei sogni si sono realizzati

    Più informazioni su