Giovino, Abramo: non saranno costruite villette (VIDEO)

Il primo cittadino in conferenza stampa: 'Già chiara nostra volontà. A chi, dall’opposizione propone di realizzare una lottizzazione di qualità rispondiamo che non vogliamo alcuna lottizzazione”

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    di Antonio Capria 

    “Se abbiamo bocciato tutte le proposte di lottizzazione su Giovino, anche quando c’è stato l’ok degli uffici, difendendo questa scelta anche davanti alla magistratura amministrativa, è chiara la nostra volontà di non fare costruire a Giovino delle villette che poi sono destinate a diventare prime case. E’ questo il punto fermo su cui vogliamo concordare lo sviluppo di Giovino, coinvolgendo la politica, gli ordini professionali e le associazioni”. Lo ha affermato il sindaco Sergio Abramo nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare le intenzioni dell’amministrazione comunale sul comparto di Giovino, che ha ricordato la bocciatura delle lottizzazioni Di Tocco, Tiriolello e Graziano. “Vogliamo evitare che la destinazione turistica venga sfruttata per realizzare villette. Noi puntiamo ad un turismo alberghiero”, ha spiegato il sindaco Abramo, che ha spiegato come l’amministrazione non ha cambiato nulla del Piano regolatore esistente, se non in direzione restrittiva, proprio per evitare la realizzazione anche dello 0,15 per cento di insediamenti residenziali previsti nei terreni compresi tra la statale 106 e la strada ferrata, poco appetibili dal punto di vista degli insediamenti turistico-ricettivi, dove possono essere realizzati servizi e insediamenti produttivi a sostegno dell’area turistica, come previsto dal Prg. “E a chi, dall’opposizione propone di realizzare una lottizzazione di qualità – spiega il sindaco – rispondiamo che non vogliamo alcuna lottizzazione”.   “Sull’area di Bellino, il cosiddetto polmone verde – ha spiegato Abramo – c’è stata piena condivisione in conferenza dei capigruppo nel rigettare l’ipotesi di realizzare villaggi turistici, è questa l’area per la quale è stato pensato il Bando internazionale di idee”. Sull’area Di Tocco – ha spiegato il sindaco – “abbiamo intenzione di concertare con il privato su progetti turistico-alberghieri, ma senza permettere colate di cemento”.  “Qualcuno ha voluto fare speculazione politica su Giovino per avere un vantaggio da un punto di vista elettorale, ma rimandiamo al mittente questa polemica perché la nostra l’amministrazione ha già dimostrato con i fatti di aver bocciato nuove lottizzazioni”. 

    TALLINI. All’intervento del sindaco ha fatto seguito la riflessione del consigliere regionale Domenico Tallini, che ha contestato dichiarazioni “che dimostrano mancanza di conoscenza degli atti o malafede”, e ha fatto un excursus storico sulle vicende urbanistiche che hanno riguardato Giovino e l’intera città. “Io nel 2001 non ho votato questo piano regolatore, insieme ad altri restituimmo il documento redatto dai progettisti, con la raccomandazione di adeguarlo perché non era rispondente alle linee guida che erano parte integrante del piano regolatore. Sergio Abramo all’epoca volle comunque mettere una regola e attraverso il governatore di allora Chiaravalloti, chiese il commissariamento e l’attuazione del piano, che oggi dimostra qualche anomalia, ma comunque fissa delle regole a cui tutti devono attenersi. A distanza di anni, dopo una prima legislatura di Abramo, dopo quella di Olivo, a distanza di 18 anni dall’adozione del Piano, non è più possibile mantenere la situazione cosi com’è, perché i proprietari dei terreni si sono visti bloccare dalle amministrazioni ogni iniziativa, sostenendo di voler realizzare un progetto unitario a basso indice di cementificazione per realizzare uno sviluppo turistico in un’area strategica della città. Ma i proprietari nel frattempo pagano le tasse, tanto da essere stati invitati dall’amministrazione comunale ad evitare contenziosi su una situazione di possibile abuso, perché da un lato si nega ciò che è previsto dal Piano, dall’altro non si danno indicazioni su ciò che è possibile realizzare. Oggi è indispensabile dare ai progettisti del Piano regolatore le indicazioni su ciò che si dovrà realizzare su Giovino. Questo è un settore che negli anni ha avvelenato il clima politico, ricordo gli scontri storici tra il Pci e il Psi che veniva identificato come il partito del mattone a Catanzaro, una battaglia che faceva sempre effetto nell’opinione pubblica. In una tornata elettorale importante, quella che vide Olivo e Cimino al ballottaggio, uscì un manifesto con lo slogan “Le mani sulla città” contro lo schieramento di Cimino, che perse le elezioni. Oggi si sta cercando di ricreare quel clima, come se ci fosse qualcuno intenzionato a fare una speculazione su quel territorio. L’opposizione è su posizioni strumentali e preconcette, e non ha risposto all’appello del sindaco a contribuire al dibattito in maniera costruttiva. Gli atti dicono questo: rispetto alle previsioni di piano, la fascia a ridosso delle 106 viene limitata, per evitare che vengano costruite case. Per gli altri due comparti si è decisa una destinazione turistica e una definizione di grande interesse paesaggistico-ambientale, per escludere gli interventi edificatori relativi a nuove seconde case e strutture extra-alberghiere. Qualità architettonica, bioedilizia, ecosostenibilità, sono gli indirizzi contenuti nel bando. Questo comparto va tutelato, va accompagnato dalla collaborazione dei tecnici, dei cittadini che un domani potrebbero essere fruitori di queste strutture, un bando che abbia una visione unitaria, perché se si lascia che i singoli proprietari facciano autonome richieste, anche valide singolarmente, il risultato potrebbe non essere adeguato alle possibilità di sviluppo della zona”. “Non c’è alcuna cementificazione di Giovino – ha concluso Tallini – ci sono stati a disposizione 15 anni per realizzare eventuali speculazioni, anche in periodi di maggiore possibilità economica. La speculazione la fa l’opposizione, dicendo falsità”.

    ESPOSITO. Per Baldo Esposito “su questa area strategica di Catanzaro è arrivato il momento della responsabilità della decisione della politica, che ha il dovere di intervenire e stabilire che cosa fare su quest’area anche in vista della definizione del nuovo Piano regolatore. Chiariti i fatti e i documenti amministrativi, questo è il momento di ripartire affinché la politica assuma una decisione, e non dovrebbero esserci colori politici nelle scelte decisive per lo sviluppo. Bisogna innalzare i libello del dibattito perché sia pubblico, coinvolga esperti e associazioni, apra il confronto con ogni parte politica, e poi si arrivi in Consiglio comunale con una sintesi tra le diverse parti politiche, per arrivare alla definizione di un bando esplicito, analitico, che non sia oggetto di strumentalizzazioni elettorali, ma sia l’espressione di un interesse vero per il futuro della città”. “Questa – ha concluso Esposito – deve essere la pratica della chiarezza e della trasparenza. Se ci sono da chiarire meglio alcuni passaggi, ritengo ci sia la disponibilità dell’amministrazione a migliorare l’atto deliberativo.

    PARENTE. Concordando con gli interventi precedenti, il consigliere regionale Parente ha evidenziato come sullo sviluppo di Giovino “si sono persi molti anni”. “Il bando è inoppugnabile dal punto di vista tecnico, la volontà politica è stata espressa, I confronti sono legittimi ma bisogna andare avanti sperando – ha concluso Parente – che qualche imprenditore partecipi al bando con proposte serie che riescano a realizzare lo sviluppo del comparto”.

     

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