Nunzio Raimondi: ‘Non giocare con la legalità’

La legge sulla legittima difesa,unita alla proposta leghista sull’uso delle armi,non retrocede,quindi,al far west,ma alla legge del taglione!

Più informazioni su


    Riceviamo e pubblichiamo. 

    “Non da oggi operano nel Paese carrieristi senza scrupoli che,facendosi scudo con la legalità,mortificano la democrazia e distruggono persone e famiglie. Sia chiaro:non sostengo certo che la ‘Ndrangheta non esiste,ne’ che essa non sia pervasiva ed infiltrante in settori ampi della società e perfino delle Istituzioni;mi riferisco al “confino”,in cui sono messi,non soltanto dai populisti,ma anche da pezzi dello Stato,coloro che osano dissentire,opporsi ad un certo modo di fare “di tutte l’erbe un fascio” sotto l’usbergo delle buone intenzioni,facendo appello ad una legalità,ad una onestà,ad una pulizia ideologica,che costruisce eroi,che riscuote consensi,per il solo fatto di essere proclamata.

    Ma è molto pericoloso giocare con la legalità. Per questo i Padri costituenti,fondarono il patto sociale su alcuni pilastri irrinunciabili: l’osservanza di regole,di garanzie,senza essere perciò giudicati come colludenti con le mafie o con i corrotti. Ebbene,questa tendenza,dapprima serpeggiante ed oggi evidente,di aggirare le regole della democrazia (anche quella relativa alla legalità penale,ma non solo),il degrado etico che ne consegue,con ministri accusati di reati che la “fanno franca” (dov’è qui Davigo?) non facendo dire al Parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak,ma ammantandosi,in modo egualmente grave,di medaglie al valore per aver giocato con la legalità costituzionale,violando apertamente l’art.35,comma 4,della Carta,danneggia lo Stato in maniera irreversibile. In cambio di applausi di quel sommerso forcaiolo che portò alla marcia su Roma e che la Repubblica per anni era riuscita a collocare,sia pure con alterne vicende,in ampolla riposta,una certa sedicente politica (la quale dovrebbe mirare al bene comune) ed alcuni uomini delle istituzioni,sparano vongole e,forti dell’onda lunga dell’intolleranza sociale,costruisce consenso e carriere massacrando la Costituzione. Ed i “poveri cristi” che incappano in questo tritatutto fanno fatica a rialzarsi,sono spesso costretti al silenzio,per timore di rappresaglie e guai peggiori. Ma non basta. Viviamo un’epoca nella quale non basta ad alcuni agire,sopratutto in materia di libertà personale,non rispettando le regole (ciò che viene perfino affermato dai giudici di legittimità con provvedimenti annullati senza rinvio),ma si pretende di esibirla,questa condotta.Ora,così come per il facile consenso acquisito attraverso comportamenti disumani e violativi,in taluni casi,non soltanto delle nostre leggi ma anche delle più importanti convenzioni internazionali,queste forme di ostentazione dell’illegalità deprimono la moralità corrente e ad alterano,nel senso comune,le basi del nostro Stato di diritto. Passa il messaggio che non la soggezione alla legge e alla Costituzione,ma il consenso costituisca la fonte di legittimazione di qualunque arbitrio,persino se delittuoso. Si pensi,ad esempio,alle mostruose e reiterate omissioni di soccorso in mare per i migranti,finalizzate ad alimentare il veleno razzista dell’intolleranza e del disprezzo per i diversi,pur di riscuotere facile (quanto effimero,lo si ricordi!) consenso. Occorre quindi avere il coraggio di affermare che questo “giocare con la legalità”,per farne oggetto di consenso e di promozioni di carriera,costituisce una modalità per favorire violazioni massicce dei diritti umani stabiliti costituzionalmente e,in molti casi,tali condotte sono classificabili come veri e propri reati.

    La domanda giusta l’ha dunque posta,in un suo recente scritto,un grande filosofo del diritto,Luigi Ferrajoli (che ebbi l’onore di avere relatore nel convegno mondiale sui diritti umani a Catanzaro):”se i diritti umani e la dignità delle persone vadano presi sul serio o se si ridurranno,a causa delle loro massicce violazioni,in una vuota e insopportabile retorica.”Per non cadere in questa “insopportabile retorica” occorre quindi dire che, oggigiorno, assistiamo all’approvazione di leggi aventi carattere criminogeno (sopratutto in materia di sicurezza ma non solo) e ad una parte della magistratura (per fortuna minoritaria) che opera violando spesso le regole. Come non fare riferimento,ad esempio,alla legge sull’estensione dei presupposti della legittima difesa. Anche se la propaganda vorrebbe far credere che la legge non sopprime il requisito della proporzionalità tra difesa e offesa,con l’aggiunta che tale requisito ricorre “sempre”(senza possibile valutazione da parte del giudice),nel caso in cui taluno in casa propria spari per difendere i propri beni,la difesa sarà proporzionata all’offesa. Che dire di una legge che antepone l’inviolabilità del domicilio e dei beni all’inviolabilità della vita umana! Quando frequentavo il primo anno di giurisprudenza mi insegnarono che gli antichi romani si erano affidati al diritto perché i cittadini non venissero alle armi.La legge sulla legittima difesa,unita alla proposta leghista sull’uso delle armi,non retrocede,quindi,al far west,ma alla legge del taglione! Questo populismo penale,infatti,che fa leva sulla paura e che ostenta politiche criminali a loro volta illecite,provoca macroscopiche violazioni dei diritti umani,slatentizza istinti deteriori,riscuote consensi fra gli ignoranti,i quali hanno fino ad oggi goduto della democrazia e del diritto senza neanche comprendere il valore delle regole in base alle quali hanno convissuto pacificamente. Attenti,dunque,a “giocare con la legalità”:ci potremmo trovare domani in una società irriconoscibile,irrimediabilmente lontana dai nostri valori di riferimento e dalle mille conquiste dello Stato di diritto”.

    Nunzio Raimondi

    Più informazioni su