Celia: ‘Candidatura a Regione, Abramo ha gettato la spugna’

Il consigliere di Fare per Catanzaro: 'L’Abramo rassegnato e in ritirata di questi giorni non è certo contento di quanto successo'

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    “Dopo aver fatto il diavolo a quattro, seppur agendo in maniera quasi invisibile come il corso di un fiume carsico, il sindaco Sergio Abramo pare aver gettato la spugna. Basta, game over! Perché la candidatura alla presidenza della Regione non sembra essere alla sua portata, quasi che sul biglietto consegnatogli da alcuni possibili alleati di peso interrogati sul punto, grattato in gran segreto con certosina pazienza negli ultimi mesi, avesse alla fine trovato la dicitura: ‘Ritenta, sarai più fortunato’. Eppure, l’Abramo rassegnato e in ritirata di questi giorni non è certo contento di quanto successo”.

    Ha esordito così il rappresentante nel civico consesso di Fare per Catanzaro Fabio Celia, che ha poi rincarato la dose: “D’accordo, siamo pronti a scommettere che negherà recisamente di aver mai pensato di riproporsi per la carica di governatore, anche per cancellare la sonora batosta rimediata nel 2005 dall’allora alfiere del centrosinistra Agazio Loiero, ma pure i sassi sanno come stanno davvero le cose. La realtà, infatti, è che le ha provate davvero tutte prima di bere, obtorto collo s’intende, l’amaro calice della scelta forzista caduta sul suo omologo di Cosenza Mario Occhiuto, incoronato da Forza Italia proprio a scapito dello stesso Abramo e vedremo se pure del deputato Wanda Ferro. Un sì incondizionato a Occhiuto determinato dall’opera svolta in suo favore dal fratello, il parlamentare Roberto, e soprattutto dalla maggiorente del partito azzurro Jole Santelli. Un imprimatur tutto cosentino, dunque, che Abramo dovrà spiegare alla luce del suo recente slogan: ‘Il presidente deve essere catanzarese’. O ha già dimenticato pure tale motto, magari provando a far credere alla gente, e soprattutto a sostenere senza pudore, che ce lo siamo inventati noi della minoranza per fare propaganda strumentale?”.

    Celia, però, neppure scorda quello che definisce “un altro campione (con una chiara ironica citazione del Cav, ndr) della catanzaresità” e a lui dedica frasi parecchio sferzanti: “E che dire delle tonanti intemerate in consiglio comunale di Giuseppe Pisano. Un esponente politico che, professatosi da sempre strenuo difensore della catanzaresità verace, è adesso improvvisamente preda di una grave amnesia. Una perdita di memoria che potrebbe addirittura sfociare in una crisi d’identità. La verità, però, è che il buon Giuseppe, al pari di tanti altri colleghi e al di là delle sparate da comizietto di piazza, è obbligato ad attaccare l’asino dove vuole il padrone, come recita uno dei più famosi proverbi di questo nostro amato capoluogo, essendo quindi suo malgrado costretto dagli eventi a veri e propri virtuosismi da contorsionista.

    Adesso, infatti, ci piacerà ascoltare come giustificherà un tale repentino e radicale cambio di rotta, magari suggerendo all’amico sindaco di conferire la cittadinanza onoraria a Mario Occhiuto per poi poter esclamare di aver votato e sostenuto un catanzarese al governatorato. Sarebbe una trovata ‘pubblicitaria’ geniale, che potrebbe in qualche modo salvare capra e cavoli. Non è così? Forse no, considerato che – ha chiosato Celia – come Pisano e tutti ormai sanno Abramo ha persino corso il rischio di spaccare la maggioranza a Palazzo De Nobili pur di centrare l’obiettivo. Un traguardo, forse per lui sinonimo e simbolo di riscatto a prescindere dall’importanza della posta in palio, per cui era pronto anche a scaricare qualche sponsor eccellente, che gli ha tuttavia imposto un brusco stop”.

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