Medico catanzarese: ‘Ecco cosa chiedono i malati calabresi al Cdm’

L'intervento del dottor Nanci, la sua analisi sulla sanità in Calabria 

Più informazioni su


    “Catanzaroinforma ha deciso di non dare informazioni sullo sgarbo costituzionale commesso dal Consiglio dei Ministri sulla sanità calabrese che si è svolto a Reggio Calabria invece cha a Catanzaro. Bisogna invece parlarne e mettere in luce il danno che farà ai malati calabresi con l’istituzione dei super commissari. La sanità calabrese di tutto ha bisogno tranne che di un ulteriore “Decreto Speciale” con tanto di super commissari in aggiunta al già decennale piano di rientro e commissariamento. La sanità calabrese ha bisogno di una cosa sola, il giusto suo finanziamento fatto in base alla numerosità delle malattie presenti in regione. Infatti la regione Calabria che ha tra i suoi 2000000 di abitanti oltre duecentomila malati cronici in più che non in altrettanti italiani, è la regione che riceve meno fondi per la sanità, nell’ultimo riparto dei fondi è proprio l’ultima. Questo ultradecennale sotto finanziamento della sanità calabrese è dovuto al fatto che il riparto dei fondi sanitari alle regioni è fatto in base al criterio della popolazione pesata e costi standard che penalizzano la Calabria come quasi tutte le altre regioni del sud a favore di quelle del nord.

    La Calabria con molti più malati riceve meno fondi è quindi normale che i pochi soldi non sono bastati per curare i molti malati è ha “dovuto” sforare. Anomala è stata la risposta dei governi passati e anche dell’attuale che, invece di finanziare la sanità in base alla numerosità delle malattie, hanno imposto il piano di rientro e i commissariamenti che hanno significato un ulteriore risparmio sui già insufficienti fondi. E’ per questo motivo che dopo 10 anni di piano di rientro durante i quali la sanità calabrese è stata governata, non dai calabresi, ma dai commissari del piano di rientro e dai ministeri prima dell’Economia e poi da quello della Salute (infatti ogni decreto per essere pubblicato deve essere vidimato dai ministeri sopracitati) abbiamo un deficit raddoppiato. Dove ci sono molti malati pochi fondi non possono bastare e continuare con i piani di rientro vuol dire confermare il girone infernale cui è costretta la sanità calabrese. Conclusione è che la Calabria da quando è vigente il piano di rientro per la prima volta nella sua storia ha visto diminuire le aspettative di vita alla nascita, a parità di malattia si muore prima che non nelle altre regioni, specialmente del nord, e ha il triste primato dei malati che evitano di curarsi per motivi economici. Quanto detto è certificato in numerosi istituti (Agenas, Istat, Rapporti Sanità Crea del Parlamento, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, etc.. e perfino dal decreto n. 103 proprio del commissario Scura già nel lontano 30 settembre 2015, vidimato dai ministeri dell’Economia e della Sanità nel quale si legge a pag 33 dell’allegato n. 1 “si sottolineano valori di prevalenza più elevanti, almeno il 10% (è il 14,5% ndr) rispetto al resto del paese per diverse patologie”, il che vuol dire che in Calabria ci sono ben 287.000 malati cronici in più e facendo un calcolo della serva se per ogni malato cronico in più spendiamo solo 500 euro all’anno ne deriva cha la Calabria, per curare bene i suoi malati dovrebbe spendere in più delle altre regioni almeno 143 milioni di euro. Invece é costretta, anche a causa del piano di rientro, a spenderne molti molti di meno e nell’ultimo anno è quella che ha speso di meno in assoluto. La ministra Grillo di tutto questo è al corrente perché il suo Movimento nel Marzo 2017 ha perfino presentato una proposta di legge per rivedere i piani di rientro sanitari proprio perché non hanno funzionato dovunque e in questa legislatura ha presentato in commissione Sanità della Camera una proposta per finanziare le sanità regionali non più in base al calcolo della popolazione pesata ma in base alla numerosità delle malattie.

    E per quanto riguarda la corruzione in sanità basta digitare su Google “scandali sanità Lombardia” e si scopre che nello stesso periodo in cui la Calabria è commissariata in Lombardia ci sono stati tre assessori alla sanità arrestati il Presidente Formigoni condannato in via definitiva e ben sette scandali con un danno all’erario par al doppio del presunto sforamento della Calabria. La Lombardia è attualmente regione guida e la Calabria continua ad essere in piano di rientro 2 pesi e 2 misure. Allora Cittadinanza Attiva non stia in “vigile” attesa ma chieda da subito che la sanità calabrese e quella di tutte le altre regioni sia finanziata in base alla numerosità delle malattie e solo dopo decretare supercommissari, altrimenti la finalità del decreto non è la tutela dei malati calabresi ma altro”.

    Dottor Nanci Giacinto, medico di famiglia a Catanzaro

    Più informazioni su