Juve Stabia campione. Catanzaro tra rimpianti e giri d’orologio fatali

Gli snodi che hanno consegnato il titolo alla Juve Stabia e che hanno indirizzato il cammino del Catanzaro. Rimpianto giallorosso, ma in C si vince con l’esperienza. Ultimo allenamento a Giovino: società al completo per gli auguri


Sessantuno in casa e ottantaquattro in trasferta. Se li ricorderà a lungo, il Catanzaro, i fatali giri d’orologio che hanno deciso gli scontri diretti di quest’anno contro la Juve Stabia campione. Nel weekend in cui i giallorossi hanno tratto il massimo profitto senza alcuno sforzo dalla sfida fantasma contro il Matera, i campani dell’allievo auteriano Caserta e dell’ex Ciro Ferrara hanno infatti sbrigato la pratica promozione conquistando – con due turni d’anticipo e primi in tutta la serie C – l’accesso alla prossima cadetteria.

Sessantuno in casa e ottantaquattro in trasferta: gli snodi che hanno scavato il solco, che hanno rotto il perfetto equilibrio sul piano tecnico dimostrando quanto siano infinitamente più importanti, in questo torneo, i valori dell’esperienza e della personalità, che hanno di netto indirizzato il cammino stagionale di entrambe le squadre e che oggi, con le immagini di festa del “Menti” saranno certi tornati alla mente dei giallorossi alimentando rimpianti per ciò che poteva essere e alla fine, forse per un soffio, non è stato.     

RIMPIANTI – Il sessantuno della gara d’andata, quando già sotto nel punteggio, dopo un’ora di gioco arrembante ma poco incisiva davanti, il Catanzaro spense completamente la luce agevolando l’impresa gialloblù che proprio al “Ceravolo”, in una sera d’ottobre, capirono per la prima volta di poter sfondare in campionato. Riggio espulso per tocco di mano in area, rigore calciato quasi senza guardare e solo di potenza da Paponi e peggiore sconfitta casalinga stagionale per gli uomini di Auteri (0-3). E poi quell’ottantaquattro del ritorno, giunto sulle ali dell’entusiasmo per l’avvincente rimonta compiuta, in una vigilia di San Valentino con oltre trecento tifosi al seguito. Partita intelligente di un Catanzaro incerottato, anzi: più Catanzaro che Juve Stabia ai punti. Poi l’occasione d’oro, quella che vale tutto: rigore di Giannone, incomprensibile scavetto, parata di Branduani. Lì il Catanzaro ha imboccato un’altra strada lontana dalla corsa al vertice e sempre lì, probabilmente, la Juve Stabia ha cucito una metà di titolo sulla maglia. Il rammarico non può che essere grande visto il sostanziale equilibrio dei fattori di campo; il sessantuno e l’ottantaquattro – e diverse altre occasioni in cui le aquile, a differenza delle vespe, non hanno saputo far parlare l’esperienza – hanno però sottolineato un gap che pesa. Un valore che in serie C fa vincere sempre e che anche quest’anno ha inciso.   

QUI GIOVINO – La testa è ora tutta nella corsa al terzo posto e il Catanzaro oggi ha completato la settimana di lavoro con una seduta mattutina equamente divisa tra atletica e tecnica. Al “Mirko Gullì”, per l’occasione, si è visto tutto lo stato maggiore giallorosso con in testa il presidente Noto, il socio Nicola Santacroce e il diesse Logiudice. Una reunion sotto il sole di primavera per augurarsi la buona Pasqua prima del rompete le righe ma anche per sottolineare alla squadra la volontà del club di puntare in alto nella prossima coda playoff. Indicazioni importanti sia dal campo che dall’infermeria: Figliomeni, D’Ursi e Posocco che ieri non avevano completato l’allenamento per piccoli fastidi hanno lavorato in disparte oggi in via precauzionale; differenziato anche per Giannone che martedì dovrebbe comunque ricominciare con il gruppo, ancora assente invece Kanoute.

Gianfranco Giovene