La memoria del mare di Catanzaro custodita dalle ‘lanzaredre’ foto

L'appello dei vecchi pescatori affinchè si trovi uno spazio nel Porto perchè queste piccole imbarcazioni non scompaiano

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    di Giulia Zampina

    L’uomo che perde la memoria, che la distrugge, ha perso se stesso e ha rubato il futuro ai propri figli, perché è solo ricordando da dove siamo arrivati che possiamo decidere chi essere e dove andare. E la memoria non sono solo i ricordi ma anche gli oggetti che fanno parte della tradizione. E’ il caso di quei piccolissimi gioielli della memoria e della tradizione che nel quartiere marinaro vengono conosciute come “lanzaredre”. Imbarcazioni in legno, che in altri posti d’Italia, sono addirittura diventati mezzi di trasporto per turisti alla ricerca di esperienze da portarsi dentro il bagaglio del viaggio di ritorno, o, in molti casi anche modellini per gadget che ricordino un luogo. A Catanzaro qualcuno ha deciso che quelle quattro barchette ora devono scomparire e come fine naturale, essere praticamente distrutte.

    I racconti dei pescatori sono in fondo i racconti del mare, ed i pescatori oggi dicono “Un tempo sulla bellissima spiaggia di Catanzaro, facevano da sfondo ad un meraviglioso mare le barchette di legno, dette “lanzaredre”, colorate in modo da essere uniche e riconoscibili. Il ritorno dalla pesca era nella tarda mattinata, nonostante il notevole peso i bagnanti facevano a gara per aiutare i pescatori a far scivolare sulle “falanghe” questa piccola imbarcazione e farla salire sul bagnasciuga. Ora le Lanzaredre sono quasi scomparse, alcune adornano ristoranti della città, altre recuperate da nostalgici o tramandate da padre in figlio resistono ancora nel porto di Catanzaro, sono poche, si contano sulle dita di una mano, hanno sempre colori forti e decisi che rallegrano l’umore. Gestire “na’ lanzaredra” –  dicono ancora –   non è facile, è una passione faticosa che necessita di un grande amore di chi la possiede, è pesante, è scomoda ed ha bisogno di tanta manutenzione, “ma – dicono i pescatori – sono la nostra memoria, sono il nostro passato di una città gloriosa che dai suoi colli vede questo stupendo mare. Preservare queste imbarcazioni ha il valore di una città intera che protegge le sue tradizioni,  assegnare un piccolo spazio nel porto di Catanzaro a chi protegge queste imbarcazioni è oggi un segno di civiltà, domani potrebbe essere la giusta scelta di recuperare le lanzaredre per piccole escursioni turistiche e creare nuove opportunità.

    La “lanzaredra” ha bisogno di stare in acqua in modo che il fasciame tenda a gonfiarsi e ad evitare infiltrazioni, ha bisogno di attenzioni che solo chi ha cuore può dare. Diamo spazio al nostro passato, lasciamo spazio ai nostri ricordi, proteggiamo “a lanzaredra” .

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